Acque reflue: verso una gestione più efficiente e circolare

La Commissione ambiente del Parlamento europeo ha votato la posizione riguardo alla proposta di direttiva sulle acque reflue

L’obiettivo di tutela dell’ambiente e della salute umana passa per una gestione migliore e più efficiente delle acque reflue urbane. È necessario, in particolare:

  1. un maggiore riutilizzo delle acque trattate, attività di fondamentale importanza in tutte le stazioni di trattamento delle acque reflue urbane. Tanto più nelle aree a rischio idrico, così come nei processi industriali e nei sistemi di riscaldamento e raffreddamento. Si auspica che, ove già non previsti, gli Stati membri dell’UE mettano in atto “piani di risparmio e riutilizzo dell’acqua”;
  2. un rafforzamento del monitoraggio del loro contenuto, da effettuarsi all’ingresso e all’uscita delle stazioni di trattamento delle acque reflue urbane, affinché sia possibile individuare tempestivamente non solo elementi quali gli inquinanti, le microplastiche e i “prodotti chimici eterni, ma anche eventuali agenti patogeni”, (come SARS-CoV-2, i virus dell’influenza, l’E-Coli e la legionella);
  3. l’istituzione di un sistema di responsabilità estesa del produttore (EPR) mirato ai prodotti medicinali per uso umano e ai prodotti cosmetici, essendo questi ultimi tra le principali fonti di microinquinanti nelle acque reflue urbane.
Altre misure suggerite riguardano:
  • l’ampliamento del campo di applicazione della direttiva attuale per garantire, entro la fine del 2032, un collegamento ai sistemi di raccolta delle acque reflue domestiche a tutti gli agglomerati con più di 750 abitanti;
  • l’aumentando progressivo della quota di energia rinnovabile utilizzata ogni anno dalle stazioni di trattamento delle acque reflue (55% entro la fine del 2033; 75% entro la fine del 2036 e 100% entro la fine del 2040);
  • la richiesta, da presentare alla Commissione, di introduzione di un obbligo legale per l’installazione di filtri per microfibra per le nuove lavatrici a livello dell’UE entro il 31 dicembre 2027.

L’iter legislativo prevede che, nel prossimo ottobre, il Parlamento europeo voterà in sessione plenaria per adottare il suo mandato negoziale. Solo dopo l’adozione della posizione da parte del Consiglio potranno avere inizio i colloqui con i governi nazionali.

Foto di Ivan Bandura su Unsplash