Un briefing dell’EEA suggerisce le azioni necessarie per raggiungere il target 2030 di utilizzo di materiali riciclati
Se vuole centrare l’obiettivo fissato nel piano d’azione circolare Ue – raddoppiare entro il 2030 la quota di materiali riciclati utilizzati – l’Europa deve accelerare il ritmo. I progressi finora compiuti – nel 2020 l’11,7% di tutti i materiali utilizzati nella Ue proveniva da riciclo rispetto all’8,3% del 2004 – non sono infatti sufficienti.
Il riciclo dei rifiuti da solo non basta
Questo, in estrema sintesi, il giudizio dell’Agenzia europea dell’ambiente espresso nel recente briefing “How far is Europe from reaching its ambition to double the circular use of materials?” Raddoppiare il tasso circolare di utilizzo dei materiali entro il prossimo decennio significa portarlo dall’11,7% al 23,4%. Ma secondo l’Eea il solo potenziamento del riciclo dei rifiuti non basterà all’Unione europea per centrare questo obiettivo, raggiungibile solo combinando insieme più strategie.
L’avvicinamento all’obiettivo potrebbe, ad esempio, essere raggiunto così. Portando il tasso di riciclo di tutti i rifiuti trattati dall’attuale 40% al 70%. Diminuendo del 15% gli input complessivi di materiali. Riducendo di un terzo la quantità di combustibili fossili utilizzati. In questo modo si riuscirebbe ad arrivare al 22%, sfiorando l’obiettivo fissato.
L’economia circolare globale rallenta
Purtroppo però non si sta andando in questa direzione. A livello mondiale il tasso di circolarità sta scendendo ed è oggi al 9,1%, due punti percentuali in meno rispetto a cinque anni fa.
L’Italia continua a essere un Paese virtuoso. Il tasso di utilizzo di materia prima proveniente dal riciclo è al 18,4%, superiore alla media Ue (11,7%), ma è in leggero calo. Secondo i dati presentati nella quinta edizione del Rapporto nazionale sull’economia circolare realizzata dal Circular Economy Network, il nostro Paese aveva un tasso di circolarità del 19,5% nel 2019 e del 20,6% nel 2020.
Siamo ancora in testa in termini di riciclo tra le principali economie dell’Unione Europea, ma altri Paesi vanno più veloci e potrebbero sorpassarci.