Critical Raw Materials: la strategia UE per le materie prime critiche

Presentato il Critical Raw Materials Act: ecco cosa prevede e i target 2030

Era stato annunciato nel settembre 2022 dalla stessa Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo Stato dell’Unione. E finalmente è arrivato: la Commissione Europea ha illustrato i contenuti del Critical Raw Materials Act, un pacchetto di misure che ha l’obiettivo principale di garantire un approvvigionamento “sicuro, diversificato e sostenibile” delle cosiddette materie prime critiche. Parliamo di metalli e minerali fondamentali sia per la transizione energetica che per le tecnologie digitali.

Da un punto di vista più strettamente politico, il Critical Raw Materials Act punta a ridurre la dipendenza dalla Cina, quasi monopolista sia nell’estrazione che nella lavorazione di molti di questi materiali. Così come da Paesi politicamente instabili, come la Repubblica democratica del Congo, primo fornitore al mondo di cobalto. La strategia UE punta da un lato ad aumentare la capacità di estrazione e lavorazione su territorio europeo – in questo ambito, l’Europa è quasi totalmente dipendente dalle importazioni – dall’altro a diversificare i partner commerciali. La via europea alle “materie prime critiche” è caratterizzata anche dall’attenzione a una catena di fornitura che minimizzi le esternalità negative sull’ambiente e punti sulla circolarità.

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Critical Raw Materials Act: gli obiettivi al 2030

Sono 3 gli obiettivi principali stabiliti dal Critical Raw Materials Act. Entro il 2030:

  • almeno il 10% delle materie prime critiche consumate nell’UE dovrà essere estratto da miniere europee. Attualmente, come scritto da Euractiv, siamo al 3%;
  • almeno il 40% delle materie prime critiche consumate nell’UE dovrà essere lavorato (raffinato) in Europa;
  • almeno il 15% delle materie prime critiche consumate nell’UE dovrà arrivare da attività di recupero e riciclo.

Tra i documenti allegati al Critical Raw Materials Act c’è anche un aggiornamento della lista delle materie prime considerate critiche: in totale sono 34. Sedici tra queste vengono considerate “strategiche”. Tra esse rientrano, ad esempio, il rame, il cobalto, il litio, la grafite naturale, il nickel e le terre rare utilizzate nei magneti. Tra gli obiettivi 2030 ce n’è uno che riguarda questo specifico gruppo di materiali. Entro la fine della decade, infatti, non più del 65% del consumo annuale di ognuna di queste materie strategiche potrà essere soddisfatto da un singolo Paese terzo fornitore.

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Critical Raw Materilas Act: i punti della strategia UE

Sono previsti interventi su più fronti. Ne citiamo alcuni:

  • semplificazione e velocizzazione normativa per i progetti estrattivi: al massimo 24 mesi per i permessi di estrazione e 12 mesi per i permessi di trasformazione e riciclaggio;
  • iter semplificati supportati da un più facile accesso alle linee di finanziamento;
  • un maggiore coordinamento tra gli Stati membri per avere una fotografia più accurata delle riserve nazionali;
  • ricerca e formazione con la creazione di una Raw Materials Academy per sviluppare le nuove competenze necessarie ai lavoratori impegnati in questo settore;
  • la diversificazione dei partner commerciali anche con la creazione di quello che la Commissione chiama un Critical Raw Materials Club: una soluzione per cementare i rapporti con i Paesi ricchi di risorse portando lì investimenti e tecnologie.

Nel Critical Raw Materials Act non manca un richiamo alla necessità di aumentare i tassi di riciclo e di utilizzo di materie prime seconde. “Gli Stati membri dovranno adottare e attuare misure nazionali per migliorare la raccolta dei rifiuti ricchi di materie prime critiche”, scrive la Commissione. E ancora: “Gli Stati membri e gli operatori privati dovranno esaminare il potenziale di recupero di materie prime critiche dai rifiuti delle attività estrattive. Sia nelle attuali attività minerarie che nei siti storici di rifiuti minerari. I prodotti contenenti magneti permanenti dovranno soddisfare i requisiti di circolarità e fornire informazioni sulla riciclabilità e sul contenuto riciclato”.

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Materie prime critiche: verso una “domanda senza precendenti”

Secondo i dati della stessa Commissione, stiamo andando incontro a una crescita senza precedenti della domanda di materie prime critiche necessarie per la “twin transition”, la transizione energetica e digitale. “Per le turbine eoliche onshore e offshore – si legge ancora nella comunicazione della Commissione Europea – la domanda di terre rare aumenterà rispettivamente di 4,5 volte entro il 2030 e di 5,5 volte entro il 2050, mentre si prevede che le batterie che alimentano i nostri veicoli elettrici aumenteranno la domanda di litio di 11 volte entro il 2030 e 17 volte entro il 2050”.