Il programma Re-Think Your Jeans è presente in decine di punti vendita NaturaSì, Muji e Nuvolari.
“Ricicloni in blue jeans”. Si chiama Re-Think Your Jeans il progetto di economia circolare collaborativo che permette di inserire i vecchi capi in jeans in un processo di rigenerazione trasparente. Attualmente è presente in circa 45 negozi NaturaSì, 3 negozi Muji e 36 Negozi Nuvolari in Italia. Vanno bene tutti i jeans? Certo, basta che siano capi (non solo pantaloni, dunque) da 95 a 100% in cotone denim, con una tolleranza fino al 5% di altre fibre ed elastene. I vestiti vanno poi portati nei punti di raccolta o nelle aziende che aderiscono all’iniziativa Re-Think Your Jeans.
Re-Think Your Jeans: i vecchi capi vengono rigenerati nel distretto tessile di Prato
Una volta raccolti, i capi di abbigliamento saranno selezionati da And Circular per poi essere sfilacciati e ridotti allo stato fibra all’interno del distretto tessile di Prato. Questo materiale verrà poi trasformato da Pinori Filati nel suo filato in denim rigenerato. Con il quale saranno prodotti nuovi capi sostenibili. E chi contribuirà a questa scelta etica e sostenibile, avrà pure un piccolo incentivo economico. Una volta messi i capi nell’apposita box, scannerizzato il QR code, si dovrà rispondere a qualche domanda. Per ogni jeans consegnato, sarà possibile ottenere un buono del valore di dieci euro (scaricabile facendo uno screenshot all’ultima schermata del questionario). I buoni sconto valgono due anni e non sono cumulabili. I benefici ambientali sono evidenti: il denim è uno dei tessuti a più alto impatto ambientale.
L’ultimo rapporto del Monitor for Circular Fashion
Sempre a proposito di moda e circolarità, pochi giorni fa è stato pubblicato il rapporto del Monitor for Circular Fashion, come si legge sul sito della School of manager dell’Università Bocconi. Di che si tratta? Di un osservatorio che “accoglie le aziende virtuose e diffonde buone pratiche di moda circolare, valorizzando competenze tecniche, manageriali e scientifiche, con l’obiettivo di contribuire alla transizione verso modelli di business circolari”.
L’edizione di quest’anno ha voluto verificare i principi di circolarità rispetto ad otto progetti pilota nel settore della moda. Dai jeans in cotone bio alla t-shirt che si ripara, dalla borsa che si ricicla alla scarpa che si cuce a casa. Senza dimenticare la shopper in tessuto riciclata, gli articoli in pelle riciclata, lo zaino bimateriale (poliammide e gomma) e le custodie per tablet riciclate da materiali industriali. Tutti i progetti sono stati valutati in base alla rispondenza a dieci principi di circolarità. Qui il testo completo del rapporto.