Disattesi gli impegni presi con la Strategia nazionale. Vigni, CEN: “Intervenga il Parlamento
Chi ha a cuore il futuro dell’economia circolare non può nascondere un moto di delusione di fronte alla legge di bilancio presentata dal governo. Facciamo un passo indietro, per la precisione a giugno, quando fu adottata la Strategia nazionale per l’economia circolare. Molti la valutarono come un importante passo in avanti. Un giudizio condiviso anche dal Circular Economy Network: finalmente il nostro paese si era dotato di uno strumento strategico di carattere generale. Un utile quadro di riferimento per accelerare la transizione verso la circolarità del sistema economico. Avevamo la consapevolezza, però, che una strategia è destinata a rimanere una scatola vuota se, nel corso del tempo, non è accompagnata da provvedimenti e misure concrete. Quando poi, a settembre, è stato pubblicato il cronoprogramma di attuazione della Strategia si è detto: bene, ora sono indicate in maniera puntuale anche le misure da attuare e le scadenze da rispettare.
Le misure previste dal cronoprogramma di attuazione della Strategia nazionale
Quel cronoprogramma indicava tre misure da attuare già con la legge di bilancio per il 2023.
- Prima misura: l’aggiornamento del piano Transizione 4.0, rafforzando gli interventi a supporto dell’economia circolare per incentivare mediante il credito di imposta gli investimenti delle imprese in questa direzione.
- Seconda misura: una revisione del sistema di tassazione ambientale dei rifiuti al fine di rendere più conveniente il riciclaggio rispetto al conferimento in discarica e all’incenerimento, sopprimendo una serie di sussidi ambientalmente dannosi che ostacolano l’implementazione della Strategia nazionale per l’economia circolare e riassegnando quelle risorse ad unfondo per la riduzione e prevenzione della produzione di rifiuti e per lo sviluppo di nuove tecnologie di riciclaggio.
- Terza misura: incentivazione fiscale di prodotti riciclati e materiali di recupero.
Niente Transizione 4.0 per l’economia circolare
Sono state inserite queste tre misure nella legge di bilancio? Della prima, la più importante, non vi è traccia. Di “Transizione 4.0” e di politiche industriali a sostegno della transizione ecologica non si parla proprio. Eppure questo strumento, denominato prima Impresa 4.0 e poi Transizione 4.0, ha supportato efficacemente negli ultimi anni i processi di innovazione del sistema produttivo nazionale. Ma anziché rafforzarlo e orientarlo ancor più verso l’economia circolare e la transizione ecologica, se non intervengono correzioni dal 2023 sarà ridimensionato, con una riduzione delle aliquote del credito di imposta e dei massimali.
Anche la seconda misura – la revisione del sistema di tassazione ambientale dei rifiuti – non è stata inserita nella legge di bilancio. Per quanto riguarda infine la fiscalità ecologica a sostegno dei materiali riciclati, l’unica misura prevista è il rifinanziamento con 10 milioni di euro del credito di imposta introdotto con la legge 145 del 2018 a favore delle imprese che acquistano prodotti realizzati con materiali riciclati (una agevolazione, si spiega nella relazione tecnica, che potrà interessare circa 500 imprese con un aiuto medio di 20mila euro). Non si può certo dire che sia sufficiente a sostenere adeguatamente il mercato delle materie prime seconde, per quanto riguarda sia il loro utilizzo nei processi produttivi che nei consumi finali. E a tutto ciò si aggiunge l’ennesima proroga dell’entrata in vigore della plastic tax.
Non mancano le ragioni, dunque, per essere preoccupati. C’è da augurarsi che gli impegni disattesi siano recuperati nel corso dell’iter parlamentare. Non c’è da inventare nulla: basta dare attuazione a quanto previsto dal cronoprogramma di attuazione della Strategia nazionale per l’economia circolare.
Di Fabrizio Vigni, Coordinatore Circular Economy Network
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