Tutti pazzi per il compost

“Making Composting Cool”. Con questo slogan un giovane statunitense è “finito” sul New York Times con la sua impresa.

Lui si chiama Domingo Morales, è un trentenne originario del Bronx e ha deciso di diffondere la cultura del compost nei quartieri più poveri della metropoli Usa. L’idea è tanto semplice quanto efficace: il riciclaggio degli avanzi di cibo può aiutarli a coltivare cibo nutriente. A trarre beneficio dal compost, cioè, sono proprio le persone che per ragioni economiche, culturali e sociali, hanno meno strumenti per un’alimentazione sana e di qualità. 

Una storia che sembra un film. Il giovane cresciuto nelle case popolari che decide di usare la sostenibilità come mezzo per emanciparsi e per aiutare i ceti sociali più deboli. Morales studia, fa esperienza e nel 2020 vince un premio dedicato alle persone impegnate a migliorare New York. Con la somma che riceve – 200 mila euro – costruisce sistemi di compostaggio in cinque siti di edilizia residenziale pubblica in quattro distretti che ospitavano fattorie urbane di ortaggi. Oggi ha uno staff retribuito di nove persone, tutti giovani inquilini di case popolari.

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Ha chiamato la sua iniziativa “Compost Power” e coniato lo slogan “Making Composting Cool”. Con un’attenzione particolare alla comunità afroamericana dalla quale Morales proviene e alle minoranze: il logo della realtà fondata dal giovane è un chiaro riferimento alla lotta del movimento Black Lives Matter. 

I siti che gestisce hanno prodotto oltre 30 tonnellate di compost finito, usato direttamente in fattorie adiacenti. Morales non vive più a New York in pianta stabile ma in Pennsylvania e sogna di laurearsi e continuare i suoi studi in materia di sostenibilità. Un self made man, insomma, ma in chiave green e in versione 2.0. [BB]