Ma cresce l’importanza del riciclo. Nuovo studio di Transport & Environment
Anche senza le materie prime russe (in particolare nichel) possiamo accedere a quantità sufficienti di litio e nichel necessari alla transizione elettrica. L’ultimo report di Transport & Environment, dimostra che potremmo immettere sul mercato 14 milioni di nuove auto elettriche entro il 2023. Questo accelererebbe il passaggio dai motori endotermici ai motori elettrici. Il che significherebbe meno acquisti di petrolio dalla Russia, per due terzi utilizzato proprio per far muovere le nostre automobili. Ma è necessario un impegno dell’Europa per garantire l’approvvigionamento. E la sostenibilità dei processi di estrazione e lavorazione. La competizione globale per accaparrarsi litio, nichel e altri materiali strategici per la transizione energetica è agguerrita. Una competizione che vede Cina e Stati Uniti in posizione dominante. Mentre l’Europa, denuncia l’associazione con base a Bruxelles, è impegnata a cercare ancora gas e petrolio per poter dismettere i fossili provenienti dalla Russia.
Litio e nichel: riserve per 14 milioni di batterie elettriche
L’analisi copre il quadriennio 2022-2025. Si basa su dati BloombergNEF e incrocia le stime sulle quantità disponibili di litio e nichel con la capacità produttiva delle gigafactory attive nel mondo. Incrociando stock disponibili, al netto delle quantità destinate ad altri utilizzi, e capacità produttiva, lo studio dimostra che nel 2023 potremmo arrivare a una produzione globale di 14 milioni di batterie elettriche, il 55% più elevata delle attuali stime di mercato. Nel 2025 si potrebbe arrivare a 21 milioni di batterie elettriche, ovvero circa il 50% in più di quanto ora previsto. Questi dati, quindi, dimostrerebbero che la rivoluzione elettrica al momento non è frenata dalla mancanza di materie prime. Ma principalmente influenzata dalle scelte di policy. “L’attuale fornitura di batterie elettriche per automobili non è vincolata dalle materie prime”, si legge nel dossier. “Il numero di auto elettriche vendute dipende dalle normative globali”. Come la normativa ZEV (Zero emission vehicle mandate) negli Stati Uniti o i limiti alle emissioni di CO2 in Europa.
La transizione? Manca la volontà politica non le materie prime
Quindi, il problema non è la carenza di litio e nichel, ma “la mancanza di volontà politica e di preparazione dell’industria”. L’Europa dovrebbe quindi da un lato stimolare la transizione, con più stringenti limiti alle emissioni e un target più elevato e a breve termine sulle vendite di auto elettriche. E dall’altro attivarsi, anche diplomaticamente, per siglare contratti che possano mettere in sicurezza le forniture di litio e nichel, così come di altri materiali critici, a prezzi vantaggiosi. Il vantaggio ulteriore è che, al contrario dei fossili, queste materie prime sono ampiamente disponibili in Paesi non autocratici come Australia, Canada e Cile. “Lasciare che le singole società acquistino le materie prime extra sui mercati spot creerà insicurezza e costi elevati”, si legge nel report. Ora i leader europei sono disponibili a pagare prezzi più elevati per gas e petrolio e stanno facendo innumerevoli sforzi diplomatici per procurarseli. “Una piccola frazione di questo sostegno e di questi fondi per garantire litio e nichel per il mercato europeo, assicurerebbe un aumento delle vendite di auto elettriche a un costo accettabile per gli automobilisti europei”.
L’importanza del riciclo e del nuovo regolamento europeo sulle batterie
Sempre nell’ottica di assicurare le forniture e la loro sostenibilità, sarà fondamentale potenziare il riciclo. L’implementazione della nuova regolamentazione europea sulle batterie sarà cruciale per poter sfruttare le “miniere urbane”. In Europa è in via di discussione il nuovo regolamento sulle batterie che punta a imporre ambiziosi target di riciclo su alcune materie prime critiche come cobalto, nichel, piombo e litio. Stando a un recente studio dell’Agenzia internazionale dell’ambiente, il riciclo dei minerali nei prossimi anni può contribuire a ridurre la domanda di minerali fino al 10%.
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