Dalle spremute alle batterie

Si chiama AraBat la startup foggiana che usa gli scarti degli agrumi per recuperare materie prime (dal carbonato di litio al nichel) fondamentali per l’industria degli accumulatori

Un progetto di economia circolare che, a partire dagli scarti delle arance, arriva al recupero di un rifiuto speciale da cui estrarre i materiali-chiave per la mobilità sostenibile ed elettrica. AraBat è infatti una startup di Foggia che, applicando i principi dell’economia circolare, usa gli scarti della lavorazione degli agrumi e le batterie esauste per produrre composti di metalli preziosi – come litio, cobalto, manganese, nichel – ma anche rame e alluminio. 

La start up è stata presentata nel corso della conferenza “Storie Innovative di Economia circolare in Puglia”, che si è svolta a Bari il 23 febbraio scorso. Ne dà notizia, tra gli altri, anche il portale Riciclanews in questo articolo del 15 marzo. Il progetto pugliese si basa su un “Processo innovativo per riciclare batterie al litio esausto attraverso gli scarti degli agrumi e recuperare metalli preziosi. L’obiettivo della nostra startup è quello di rappresentare un unicum rivoluzionario in Europa: basti pensare che sono pochissimi gli impianti che recuperano litio dalle batterie esauste in tutto il continente, quindi siamo un’esperienza controcorrente in questo senso, per la crescita verde, circolare, sostenibile ed economica del nostro territorio”, come ha dichiarato Raffaele Nacchiero, ingegnere gestionale, foggiano, classe ’98, ceo di AraBat, in una recente conferenza stampa.

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E il tema della dipendenza dall’import di materie prime è sempre più sotto gli occhi di tutti. Che la buona pratica della startup pugliese possa fare scuola?