Le aziende italiane scelgono sempre di più la sostenibilità.
È quanto emerge da un’indagine realizzata da EY, realtà che si occupa di servizi professionali e consulenza, che ha presentato recentemente i risultati dell’ultima edizione dello studio “Seize the Change – futuri sostenibili”. Si tratta, come si legge in questo comunicato stampa, di un sondaggio che analizza i trend di sviluppo sostenibile delle imprese italiane. Più di 300 le aziende che hanno preso parte all’analisi, appartenenti a diversi settori. In particolare, rispetto alla metodologia del sondaggio, 100 aziende sono state analizzate attraverso survey (sondaggio, appunto) mentre un secondo strumento, un’analisi desk (cioè uno studio basato su dati già disponibili) sulle informative non finanziarie è stato utilizzato per 203 aziende.
I temi presi in considerazione dallo studio sono stati: piani di sostenibilità, cambiamenti climatici, catena di fornitura, finanza sostenibile, economia circolare e impatto sociale.
La sostenibilità, in numeri
Secondo il sondaggio, il 69% delle aziende intervistate ha previsto un piano di sostenibilità corredato da obiettivi. Nel 44% dei casi, con un aumento del 6% rispetto al 2019, sono stati formalizzati dei target quantitativi. È però solo il 35% delle aziende che ha definito anche le relative tempistiche per il raggiungimento degli obiettivi. Il 15% delle società analizzate non dotate attualmente di un piano di sostenibilità dichiara di averne previsto lo sviluppo. Sulla base dell’analisi desk, invece, è emerso come il 57% delle aziende oggetto dell’indagine fornisca una descrizione qualitativa e/o quantitativa del proprio piano di sostenibilità, un trend in aumento di 7 punti percentuali rispetto al 2019.
L’impatto della pandemia
Quasi il 20% delle aziende intervistate ha dichiarato che il contesto dell’emergenza sanitaria ha accelerato la transizione verso modelli più sostenibili. Nel 32% dei casi le attività previste dal piano di sostenibilità hanno continuato senza particolari ridimensionamenti. C’è però un 12% di aziende che ha dichiarato di aver subito ripercussioni sull’avanzamento delle attività previste dai piani, che potrebbero portare a una ripresa lenta e, in alcuni casi, a un eventuale ridimensionamento.
In termini di governance, dall’analisi desk risulta che sul totale delle aziende analizzate i due terzi hanno strutturato un comitato o un organo che fa riferimento al Consiglio di amministrazione sui temi di sostenibilità: +7 punti percentuali rispetto al 59% del 2019.
Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, il 79% delle aziende ha definito all’interno del proprio piano industriale azioni significative di adattamento e/o mitigazione in grado di generare riduzioni delle emissioni di CO2. Su questo specifico aspetto, il trend è in calo di 5 punti percentuali rispetto al 2020.
Dalla survey inoltre emerge che, nel complesso, il 53% delle aziende dichiara di avere previsto azioni inerenti al cambiamento climatico all’interno del proprio piano industriale. Un valore che è in aumento di ben 21 punti percentuale rispetto al 2020. Ma di queste solo il 19% ha un piano strategico orientato alla neutralità climatica, mentre il 35% ha intrapreso un percorso di decarbonizzazione non correlato agli obiettivi dell’Unione Europea su questo tema specifico.
Il 31% delle aziende dell’analisi desk risulta impegnarsi verso una riduzione sostenuta delle emissioni tramite la definizione di obiettivi quantitativi, mentre la percentuale sale al 69% se si considerano anche obiettivi qualitativi. Il 14% delle aziende dell’analisi desk ha annunciato un obiettivo di carbon neutrality e il 75% delle aziende definisce obiettivi in relazione ai temi di sostenibilità nella catena di fornitura. Quasi un’azienda su 2 effettuerebbe attività di risk assessment sui propri fornitori.
Il 71% delle aziende intervistate ha previsto di apportare modifiche rispetto ai precedenti anni alla propria catena di fornitura: il 45% per selezionare i propri fornitori in modo più responsabile, il 3% in quanto alcuni stakeholder hanno reso più stringenti i criteri di selezione, il 19% per entrambi questi motivi. L’84% del campione delle aziende quotate dichiara di aver implementato iniziative legate alla finanza sostenibile, registrando un incremento dell’8% rispetto al 2019.
Cresce la circolarità
Nel campione considerato nell’analisi desk, il 19% (+3% rispetto all’anno scorso) dichiara di avere una strategia legata all’economia circolare associata ad obiettivi e target futuri. Tra queste aziende i settori più attivi risultano essere il tessile e la moda, con l’energia e i servizi, che insieme rappresentano il 50% delle aziende che hanno definito una strategia di economia circolare. Il 46% delle aziende implementa iniziative legate all’economia circolare, ma tra queste solo il 20% applica un approccio di settore o di territorio, ovvero più strutturato.
Il 70% delle aziende chiamate in causa dichiara di aver avviato negli ultimi due anni un’analisi dei propri processi operativi per la riduzione dell’impatto e l’efficientamento delle risorse. Il 49% di queste ha coinvolto realtà imprenditoriali esterne per la ricerca di soluzioni tecnologico-produttive, ricorrendo nel 12% dei casi anche a realtà prima non conosciute.
Socialmente responsabili
Infine, la responsabilità sociale d’impresa. Il 64% delle aziende ha dichiarato di aver sviluppato iniziative per supportare le comunità a risolvere problematiche sociali: un dato in calo rispetto al 2019 (77%); mentre il 7% ne ha previste ma non ancora messe in atto, un trend sostanzialmente in linea con il 2020. Secondo l’analisi desk, del 64% delle società che hanno avviato iniziative dedicate alla comunità, oltre un terzo le identifica per attinenza alla propria mission, alla visione e ai valori aziendali, ai bisogni espressi in uno specifico territorio.