Un webinar del Circular Economy Network verso la conferenza del prossimo 5 aprile
Cosa sta succedendo in Europa a proposito di economia circolare? La Commissione Europea cosa intende fare nei prossimi anni per implementare la sostenibilità? Per rispondere a queste ed altre domande il Circular economy network (CEN) ha organizzato ieri, 3 marzo, il webinar dal titolo “Verso l’economia circolare: i provvedimenti in attuazione del Piano di azione europeo”.
Economia circolare contro le dipendenze strategiche UE sulle materie prime
All’incontro, al quale hanno partecipato decine di aziende aderenti al CEN, Fabrizio Vigni, coordinatore del Circular Economy Network, ha ricordato la conferenza in programma il prossimo 5 aprile, sottolineando come “oggi più che mai economia circolare è la leva per la ripresa, anche e soprattutto dopo la pandemia”.
Vi è anche una ragione geopolitica: “Ridurre la dipendenza da Paesi terzi per il gas e l’energia. Ma il problema esiste per molte altre materie prime”. Il riferimento è a un recente testo della Commissione europea, proprio sulle “dipendenze strategiche UE sulle materie prime” (disponibile a questo link ).
“Occorre dunque lungimiranza”, ha concluso Vigni. “E’ necessario comprendere fino in fondo che la transizione ecologica non è solo un modo per mantenere la leadership tecnologica, ma anche per ridurre la dipendenza da tutti i Putin del mondo. Per sottrarsi ai ricatti di altri Paesi”.
La prospettiva europea
Paola Migliorini, team leader per l’Economia circolare presso la Direzione generale dell’Ambiente della Commissione europea, ha presentato una panoramica del piano d’azione dell’esecutivo comunitario. Un piano che intanto attribuisce una “valenza al Green Deal europeo, che è la prima priorità dell’UE: conferma cioè che si è compresa la valenza geopolitica dell’ambiente. La volontà politica ora ce l’abbiamo chiaramente”.
Il Green Deal europeo, come ha ricordato Migliorini, è stato “adottato prima della pandemia, nel dicembre 2019 (con una road map di strategia politica per proteggere risorse naturali, patto europeo clima, economia circolare, fino alla strategia Farm to Fork e a quella per la biodiversità)”. Oggi, nel 2022, per la referente della Commissione possiamo registrare una “conferma della direzione intrapresa anche per i prossimi anni. Siamo più o meno a metà mandato: continuiamo su questa rotta”.
Come? Con il “secondo piano d’azione per l’economia circolare adottato l’11 marzo 2020 – il primo era del 2015 – che è stato scritto sulla base di cosa ha funzionato del primo”.
L’UE al lavoro per orientare gli investimenti verso la circolarità
Cosa ci si deve aspettare? “Siamo prossimi ad adottare una direttiva o un regolamento, per avere più chiarezza per gli investimenti – ha spiegato Migliorini -. Conterrà una sorta di gerarchia tra i prodotti e vi saranno poi delle misure attuative che indicheranno le caratteristiche specifiche per ogni prodotto, come ad esempio quali elementi di materia prima seconda devono contenere”.
Sul fronte della domanda, l’impegno è quello di “sensibilizzare i consumatori. Con un assetto legislativo appropriato – per ricevere informazioni corrette sui prodotti, per confrontare le varie dichiarazioni verdi. Stiamo lavorando a un’iniziativa che indicherà i metodi per valutare l’impronta ambientale” delle merci.
“Queste sono alcune delle misure – ha aggiunto la responsabile della Commissione europea per l’economia circolare – abbiamo anche inserito nel piano d’azione la revisione della direttiva per le emissioni industriali.
Quindi vogliamo lavorare su consumi, produzioni e processi produttivi, ovvero sull’iter che porta alla riduzione dei rifiuti”. Dai prodotti elettronici, alle batterie, fino all’edilizia…
Verso un mercato più attento alle materie prime seconde
Per Migliorini, c’è “un cambio di marcia”, rispetto agli anni passati: si fa sempre più sul serio, insomma, in materia di economia circolare, con leggi stringenti e dettami precisi. Quanto ai rifiuti, la rappresentante di Bruxelles ha parlato di “misure che prevedono di regolare l’esportazione dei rifiuti; fluidificare il mercato dei prodotti secondi, con azioni più mirate rispetto al primo piano d’azione UE e un sostegno economico a coprire la parte del rischio per le aziende”. Perché “l’economia circolare è un’opportunità di business”, non solo una necessità etica e un must per difendere l’ambiente.
Ci sarebbe, inoltre, “la promozione della transizione a livello globale: un aspetto nuovo di questo piano. Abbiamo una nuova buona notizia: siamo riusciti nell’ambito dell’UNEA5 in corso a Nairobi, dopo mesi di trattative, a siglare un accordo globale per la plastica: una vittoria importante per l’UE e le imprese europee”. (Qui, per saperne di più)
Last but not least, un ultimo aspetto del piano d’azione europeo: “Monitorare i progressi che stiamo facendo, inserendo nuovi indicatori. Prima dell’estate presenteremo una versione migliorata degli indicatori precedenti”, ha detto la referente della Commissione.
I progressi fatti finora
Ma cosa è stato fatto in questi due anni? “Abbiamo adottato il regolamento quadro per le batterie, attualmente in discussione tra Parlamento e Consiglio. Inoltre, l’esecutivo ha consolidato “impegni con alcune città europee” e “adottato una serie di documenti sulla formazione” per la forza-lavoro. Vi è un regolamento sull’export dei rifiuti recentemente adottato: sarà vietato esportare rifiuti in Paesi che non abbiano dimostrato di poter gestire in modo analogo all’UE i rifiuti. Infine, è sul tavolo la proposta – adottata recentemente, deve ancora attraversare l’iter legislativo – sui caricatori per cellulari e altri device: lo scopo è armonizzare ulteriormente questo settore di mercato”.
Che cosa dobbiamo aspettarci per il 2022? “La proposta sui prodotti e quella per la legislazione sui consumatori – la deadline per l’adozione di queste due misure è il 30 marzo – ; la strategia per il tessile; l’iniziativa per il passaporto digitale; l’iniziativa sulle microplastiche; la proposta di revisione della direttiva per gli imballaggi (prevista per l’estate); la comunicazione sulle plastiche biotiche, biodegradabili o compostabili (come i materiali realizzati da Novamont, azienda esplicitamente citata dalla rappresentante europea, ndr)”, ha concluso Migliorini.
Ronchi: “La strategia nazionale deve essere aggiornata”
Rispondendo a una delle domande seguite alla relazione della rappresentante europea, si è anche parlato del “diritto alla riparazione: abbiamo già adottato misure che obbligano a mantenere alcuni ricambi per un periodo preciso, i produttori a fornire manuali per la riparazione, altri aspetti seguiranno. C’è inoltre una iniziativa – in consultazione pubblica fino al 5 aprile – che prevede la riparazione come un diritto impugnabile di fronte ai tribunali”.
Molti dunque gli aspetti tecnici e non solo che saranno affrontati nei prossimi mesi. Per il presidente del CEN, Edo Ronchi, che ha concluso il webinar di ieri, “la strategia nazionale richiederebbe già degli aggiornamenti, considerati i tempi troppo lenti di elaborazione della strategia che non ci consentono di stare sul pezzo”. Per Ronchi, molti sono i temi toccati dalla referente europea di particolare interesse per le realtà del CEN, da “come si misurano i progressi della circolarità, alla Carta di Bellagio, così come il tema degli indicatori-chiave e il consumo di suolo. Anche se nel Piano UE non pare esserci nessun riferimento allo sharing”. Di questo e di molto altro si discuterà in occasione della presentazione del rapporto sull’economia circolare redatto proprio dal CEN. Appuntamento al 5 aprile.