Nascono le prime filiere per riciclare gli scarti dei parrucchieri. Possono assorbire petrolio finito in mare o arricchire il compost
Anche dal parrucchiere si può fare qualcosa per l’ambiente e l’economia circolare. Ogni anno in Europa la quantità di capelli tagliati è pari a 28 mila tonnellate. Sono scarti del lavoro di parrucchieri e barbieri finora considerati irriciclabili che finiscono in discarica, o se va bene in un termovalorizzatore.
Eppure ci sono altre soluzioni. Nel Regno Unito un’associazione ambientalista, Green Salon Collective, ha già raccolto 600 adesioni tra parrucchieri e saloni di bellezza per diffondere e incoraggiare pratiche di riciclo e recupero dei capelli.
“I capelli assorbono naturalmente l’olio e lo trattengono”, spiega Fry Taylor, uno dei fondatori del Green Salon Collective. “Un chilo di capelli può assorbire fino a 8 litri di petrolio. Per questo i capelli possono essere efficacemente utilizzati per realizzare filtri anti inquinamento e ripulire gli sversamenti di petrolio in mare”.
In pratica i capelli vengono messi all’interno di tubi di cotone o nylon e posizionati sulle rive del mare o dei fiumi oppure in acqua. Sono stati già sperimentati con successo al largo delle Mauritius nel 2020 e a maggio 2021 in Irlanda per contenere fuoriuscite di petrolio.
E i clienti sono felici di far qualcosa per la salvaguardia ambientale. Paula Todd, la proprietaria di un salone aderente a Green Salon Collective ha dichiarato: “Il feedback dei clienti è stato molto positivo. Fa apprezzare di più ciò che facciamo e fa sapere che ci teniamo non solo a loro ma all’intero ambiente”.
Numerose ong – tra cui la Sustainable Salon australiana – hanno stivato capelli in depositi per utilizzarli in caso di altri disastri ambientali ma anche per bonificare acque portuali o nei siti industriali.
Valorizzare il rifiuto capello e creare una filiera economica è l’obiettivo di Capellum, start up francese fondata da James Taylor e Clément Baldellou. In questo caso si punta anche all’agricoltura (per arricchire il compost) e al settore cosmetico.
I capelli infatti contengono cheratina, una proteina che può essere utilizzata in agricoltura per le sue proprietà fertilizzanti e la salvaguardia del suolo. Così come in molti prodotti cosmetici e di bellezza e nel settore farmaceutico.Capillum ha raccolto l’adesione di più di 200 parrucchieri dando vita a una rete che raccoglie i capelli e li smista nei diversi settori a seconda delle esigenze.
Un’altra possibilità è quella su cui sta lavorando il Center for Circular Design. In questo caso l’idea è di utilizzare le fibre dei capelli per ricavarne oggetti come reti da pesca, corde, guinzagli, borse.