Strategia economia circolare: chiusa la consultazione MiTE. Dalla progettazione al riciclo. Le proposte del Circular Economy Network.
Il 30 novembre si è chiusa la consultazione avviata dal Ministero per la Transizione Ecologica sulle Linee guida per l’aggiornamento della Strategia per l’economia circolare. Il Circular Economy Network ha presentato una serie di proposte che possono impattare positivamenteEconomia circolare: dall’ IVA green al “passaporto etico” per i device sul sistema produttivo e sul ciclo di vita dei prodotti. From cradle to cradle: dalla progettazione al consumo, con idee per promuovere il riutilizzo e il riciclo. Eccone alcune.
Simbiosi industriale, ecodesign e consumi
Bisogna stimolare i produttori e immettere nel mercato – e i consumatori a scegliere – prodotti con migliori prestazioni ambientali. Il CEN chiede l’IVA agevolata sui prodotti più “circolari” e un periodo di garanzia non inferiore a 5 anni. E poi andrebbe anticipata l’adozione di alcune misure annunciate dall’UE, come il diritto alla riparazione e il divieto di distruggere i beni durevoli invenduti. La stessa idea del passaporto elettronico dei prodotti potrebbe essere estesa anche a beni differenti dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Per le quali, il CEN propone di indicare anche aree di provenienza e modalità di estrazione delle materie prime critiche, metalli e minerali estratti e lavorati spesso in aree di crisi e con grandi impatti ambientali e sociali.
Il CEN ritiene necessaria, inoltre, la definizione di un programma per il consumo sostenibile, già adottato in altri Paesi europei. Tra i contenuti del programma, il network segnala la definizione di nuovi marchi ecologici e l’etichettatura per indicare la presenza di plastica riciclata in un prodotto
Per incentivare il passaggio da un’economia basata sulla proprietà dei prodotti a una basata sulla fruizione di un servizio, il CEN chiede una riduzione delle aliquote IVA per i contratti di noleggio, leasing e sharing rispetto a quelli di compravendita.
Si propone inoltre di rafforzare gli strumenti di politica industriale, a partire da Transizione 4.0, per promuovere la simbiosi industriale e la circolarità nelle filiere produttive nazionali.
Riciclo e flussi di materiali
Bisogna introdurre, auspicabilmente entro il 2023, schemi di responsabilità estesa del produttore – EPR – per quei settori che ne sono ancora sprovvisti. Per alcuni, come il tessile e i mobili vanno definiti obiettivi minimi di raccolta e riciclo. Per i veicoli fuori uso vanno fissati obiettivi minimi di riutilizzo dei componenti, nonché di riciclaggio di vetro e plastiche. E poi, ancora, obiettivi minimi di riciclo dei rifiuti organici della grande distribuzione e per i prodotti in plastica del settore ittico.
Digitale e commercio on line
ll CEN ritiene necessario che vengano valutate le positività e le negatività della crescita della digitalizzazione. In particolare vanno valutati gli impatti del commercio on line, anche al fine di assicurare il rispetto degli eventuali obblighi connessi con i regimi EPR, sulla qualità ambientale dei prodotti e sulla loro concorrenzialità rispetto alla crescita dell’economia condivisa. E poi va introdotto un marchio di qualità ecologica riguardo il software impiegato.
Le leva fiscale per la circular economy
“Bene che la legge delega sul fisco preveda interventi sull’IVA – dichiara Edo Ronchi, presidente del Circular Economy Network – e le imposte dirette sui prodotti e sui consumi energetici, in coerenza con gli obiettivi di transizione energetica. Ma non c’è nulla, in questa norma, sulla circular economy che è invece un pilastro fondamentale del green deal europeo. La legge deve puntare anche a promuovere il riciclo, l’uso efficiente delle risorse e l’utilizzo di materie prime seconde”.
Questione di numeri e di metodo
Infine, una valutazione di metodo. E di numeri, che al momento mancano. Una strategia deve “tracciare un percorso di crescita dell’economia circolare”, si legge nel documento del CEN. Quindi, l’invito è quello a impostare una struttura con obiettivi nazionali a breve, medio e lungo termine, scadenze in cui adottare le misure previste e indici di misurazione delle performance.
Infine, una nota rispetto al metodo di lavoro e di confronto tra le parti: “Ancora non è chiaro il processo che porterà alla stesura della strategia – conclude Ronchi – ma riteniamo fondamentale che lo si faccia con un approccio il più possibile partecipativo, nel quale, come aziende e società civile, vogliamo essere coinvolti”.
Leggi qui tutte le proposte del CEN per la Strategia nazionale sull’economia circolare.