Secondo i dati aggiornati al 2020 in Europa il consumo di materie prime è pari a 13 tonnellate pro capite all’anno. In Italia è di sole 7 tonnellate
Con solo 7 tonnellate di materie prime consumate ogni anno a persona, l’Italia si posiziona tra i Paesi più efficienti in Europa. Non solo. Il nostro Paese risulta virtuoso non solo per il consumo di materie prime, ma anche in termini di produttività delle risorse naturali. Sono questi i due indicatori fondamentali utilizzati da Eurostat per leggere il rapporto tra economia e ambiente nei Paesi Ue.
Il consumo dei materiali
Dai dati aggiornati al 2020 emerge un’Europa sulla buona strada e un’Italia decisamente virtuosa. In Europa complessivamente il consumo di materie prime è stato stimato da Eurostat pari a circa 13 tonnellate pro-capite nel 2020. Il Dcm (Domestic material consumption) rappresenta l’insieme dei materiali che un Paese consuma nel corso dell’anno, quelli che dopo essere stati estratti o importati e trasformati non vengono esportati. Un dato in calo rispetto al 2000 (15,4 tonnellate): mostra in molti Paesi un disaccoppiamento tra l’andamento del Dmc e quello del Pil.
Ma andando ad analizzare i vari Paesi emerge che il Dcm varia in modo significativo. Passa da circa 7-9 tonnellate pro capite (Italia, Spagna, Paesi Bassi e Grecia) a circa 30 tonnellate pro capite (Finlandia e Romania).
L’analisi dei consumi per categoria di materiali consente di mettere a fuoco anche il potenziale di riutilizzo, recupero e riciclo. I materiali sono classificati in quattro categorie: biomassa, minerali metallici, minerali non metallici e materiali energetici fossili. A livello europeo più della metà (52%) dei Dmc sono minerali non metallici i, la biomassa pesa per quasi un quarto (24%), i materiali energetici fossili per circa un quinto (18%), i minerali metallici per il 5%.
Complessivamente negli ultimi 20 anni il consumo di materiali energetici fossili è gradualmente diminuito, mentre quello di biomasse, minerali metallici e minerali non metallici è rimasto sostanzialmente invariato rispetto alla stessa data.
Produttività delle risorse
Il secondo indicatore fondamentale utilizzato da Eurostat è la produttività delle risorse, variabile che quantifica il rapporto tra la dimensione dell’economia e l’uso delle risorse naturali. Dall’inizio del millennio la produttività in Europa è aumentata del 35% nonostante un leggero calo registrato nel 2020 dovuto soprattutto alla significativa diminuzione del Pil legata alla pandemia di Covid.
Anche su questo fronte la performance italiana è notevole. Il nostro Paese si colloca al terzo posto: in Italia serve 1 chilo di materie prime per generare 3,7 euro di Pil. A fare di meglio sono solo il Lussemburgo (3,9 €/kg) e i Paesi Bassi (4,7 €/kg), avvantaggiati dal fatto di avere un’economia maggiormente basata su servizi e finanza.