Una ricerca dell’Università di Edimburgo individua un nuovo modo di riciclare la plastica ricorrendo ai batteri
Ricavare aroma di vaniglia dalle bottiglie di plastica. E’ quanto sono riusciti a fare i ricercatori dell’Università di Edimburgo utilizzando batteri geneticamente modificati. Una tecnologia innovativa che può contribuire a risolvere l’inquinamento da rifiuti plastici, puntando sul riciclo. Nel mondo ogni minuto vengono vendute circa un milione di bottiglie di plastica e solo il 14% viene riciclato. Buona parte finisce disperso nell’ambiente e nei mari dove le bottiglie sono il rifiuto plastico più presente dopo i sacchetti.
La vanillina è una sostanza molto utilizzata nell’industria alimentare e cosmetica così come nel settore farmaceutica e nei prodotti per la pulizia. La domanda annuale di vanillina è di circa 37.000 tonnellate, di gran lunga superiore all’offerta dei baccelli di vaniglia naturali. Circa l’85% della vanillina utilizzata è pertanto ottenuta chimicamente da frazioni del petrolio o dai residui della cellulosa.
Nel processo messo a punto dai ricercatori di Edimburgo e pubblicato sulla rivista “Green Chemistry” sono stati impiegati enzimi in grado di scomporre il polietilene tereftalato – il polimero utilizzato nelle bottiglie – in acido tereftalico. Il passaggio successivo è stato di convertire l’acido in vanillina utilizzando batteri E coli ingegnerizzati a tale scopo.
“Questa ricerca ha implicazioni molto interessanti per l’economia circolare. Si tratta del primo esempio in cui un sistema biologico viene utilizzato per riciclare i rifiuti di plastica trasformandoli in una preziosa sostanza chimica industriale”, ha dichiarato Joanna Sadler dell’Università di Edimburgo, che ha condotto la ricerca.
In questa prima fase il processo è riuscito a convertire il 79% dell’acido tereftalico in vanillina, ma gli scienziati stanno lavorando su diversi aspetti. Prima di tutto modificare ulteriormente i batteri e aumentare così il tasso di conversione; in secondo luogo rendere scalabile la tecnologia e incrementare i quantitativi convertibili e infine produrre dall’acido anche altre molecole utilizzabili nei profumi.
Ellis Crawford della Royal Society of Chemistry ha commentato: “Questo è un uso davvero interessante della scienza microbica per migliorare la sostenibilità. Usare i microbi per trasformare la plastica di scarto, dannosa per l’ambiente, in un bene importante è una bella dimostrazione di chimica verde e di economia circolare “.