Una spinta verso l’edilizia circolare

Grazie ai finanziamenti del programma Ue Horizon 2020 è stato avviato il progetto Houseful che propone un cambio di paradigma

Nell’Unione europea il settore dell’edilizia abitativa è responsabile del 9% del Pil, ma utilizza anche il 50% dei materiali estratti, rispettivamente il 40% e il 30% dell’energia e dell’acqua disponibili, oltre a causare il 30% dei rifiuti totali e il 35% delle emissioni di gas serra. 

Per migliorare questi numeri, grazie ai finanziamenti del programma di ricerca Horizon 2020, è stato avviato il progetto Houseful che propone un cambio di paradigma verso un’economia circolare per il settore abitativo.

L’approccio Houseful sarà sviluppato su larga scala in alcuni siti dimostrativi in ​​Austria e Spagna, adattando il concetto a diversi scenari. Le soluzioni del progetto verranno valutate dal punto di vista ambientale (Life Cycle Assessment), economico (Life Cycle Cost) e sociale (Social Assessment). Il progetto, gestito da un consorzio di sedici partner e coordinato dal Centro tecnologico Leitat di Terrassa (Spagna), è iniziato a maggio 2018 e durerà fino a ottobre 2022.

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Gli interventi dovrebbero avere i seguenti impatti: riduzione dell’uso delle risorse (materiali, energia e acqua) nel settore dell’edilizia abitativa; riduzione dei rifiuti destinati alle discariche (dall’attuale 40% al 10% in 10 anni); recupero di più del 95% dei rifiuti alimentari a livello domestico; riciclaggio di più del 90% di acqua piovana, acque grigie e acque nere per la produzione di acqua di recupero e biogas; produzione di biogas di alta qualità e valorizzazione efficiente come calore e/o energia rinnovabile a livello domestico; produzione di compost di alta qualità dal digestato; riduzione fino al 50% del consumo di energia primaria non rinnovabile degli edifici; riduzione fino al 60% delle emissioni di CO2.

Un esempio di questo approccio innovativo è stato avviato dalla comunità Cambium fondata nel 2014 in Austria con l’obiettivo di costruire un villaggio sostenibile economico, sociale ed ecologico con il minimo impatto ambientale, implementando tecniche di agricoltura sostenibile e biologica e tecnologie di costruzione circolare. Nel 2017 il Cambium Community Project ha affittato l’ex caserma militare Hadik a Fehring (vicino a Graz, Austria) e ha iniziato a trasformarlo in un’area di lavoro e di vita con unità residenziali, spazi di coworking, studi e una struttura per seminari. Nel maggio 2019 Cambium ha acquistato la proprietà con un “asset pool”, una campagna di credito diretto, con oltre 250 investitori.

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Dal 2017, 50 adulti e 25 bambini, inseriti in una rete di sostegno, hanno gradualmente trasformato l’ex base militare e l’area del campo profughi in un insediamento progettato consapevolmente che mira alla sostenibilità a lungo termine. Lo sforzo della comunità è di rendere il progetto un hub aperto per lo scambio di conoscenze, idee innovative e migliori pratiche.

Le acque reflue dei bagni, dei servizi igienici e della cucina comune saranno separate e trasformate in risorse utilizzabili insieme ad altri rifiuti organici. I rifiuti solidi organici saranno convertiti in biogas, da utilizzare all’interno dell’edificio. La componente liquida dei rifiuti organici sarà trattata per produrre fertilizzante per uso agricolo.