Il progetto Lokalana sviluppato dall’Università di Bolzano utilizza gli scarti di lana per ottenere teli di pacciamatura per l’agricoltura
Utilizzare la lana tosata poco pregiata per realizzare coperture e teli fertilizzanti per l’agricoltura. E’ quanto ha pensato di fare un gruppo di studenti della facoltà di Design dell’Università di Bolzano impiegando gli scarti di lana di bassa qualità per realizzare teli multiuso per l’agricoltura.
In una prima fase il telo – montato su una struttura – viene utilizzato per proteggere le piante dagli sbalzi di temperatura e dai raggi ultravioletti. In una fase successiva, dopo il raccolto, viene adagiato sul terreno in modo da proteggerlo, secondo la tecnica della pacciamatura, e al tempo stesso fertilizzarlo.
Lokalana – questo il nome del progetto – mette insieme molti vantaggi: evita la produzione di rifiuti – gli scarti di lana – e i costi relativi al loro smaltimento. Riduce l’impiego di materiali plastici per i teli di pacciamatura e l’uso di fertilizzanti.
Ogni anno in Italia finiscono in discarica quasi 9 mila tonnellate di lana tosata dalle pecore da formaggio, in pratica le razze ovine non selezionate per la produzione di filati. Si tratta di lana di bassa qualità il cui prezzo di vendita non coprirebbe i costi dei trattamenti (lavaggio, carbonizzazione e sbiancamento) necessari per rendere la lana commerciabile. Uno scarto scomodo che spesso neanche viene conferito in discarica ma distrutto dagli stessi allevatori per evitare i costi di smaltimento.
Lokalana, ha vinto l’hackathon “Onda Z @ Klimahouse 2021”, organizzato da Onde Alte, B Corp e laboratorio multidisciplinare di innovazione sociale, in collaborazione con Klimahouse e con il sostegno dell’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima della Provincia di Bolzano. Al momento il progetto è rivolto ai piccoli agricoltori biologici e al settore del giardinaggio, ma l’obiettivo è di svilupparlo per un utilizzo su larga scala.