A Londra un impianto recupera il calore contenuto nelle acque reflue provenienti dalle abitazioni
Potrebbero essere gli scarti della digestione umana a riscaldare alcune migliaia di abitazioni nel sud ovest di Londra. Succede nel quartiere londinese di Kingstone a sud ovest di Londra, dove la multiutility inglese Thames Water ha messo a punto una tecnologia in grado di recuperare il calore contenuto nelle acque reflue provenienti dalle abitazioni e utilizzarlo per riscaldare più di 2.000 case della zona.
Attualmente la Thames Water dopo aver trattato le acque reflue – che hanno una temperatura costante che non scende sotto i 10 gradi – le scarica nell’Hogsmill, affluente del Tamigi. Il nuovo progetto prevede, invece, di utilizzare scambiatori di calore per recuperare il calore ancora contenuto nell’acqua trattata e trasferirlo alla rete di teleriscaldamento del quartiere.
Un sistema che secondo l’azienda consentirà di recuperare ogni anno circa 7 GWh termici. In termini di emissioni invece si eviterà l’immissione in atmosfera di 105 tonnellate di emissioni equivalenti di anidride carbonica in 30 anni, pari a 157.000 voli andata e ritorno da Londra a New York.
Frutto di una partnership tra Kingston Council e Thames Water l’impianto di vuole essere un modello scalabile e replicabile in altre città e anche in edifici pubblici e commerciali. Ma soprattutto contribuire alla riqualificazione energetica del quartiere residenziale di Cambridge Road Estate di Kingston che punta a diventare a emissioni zero entro il 2038.
Caroline Kerr, membro del consiglio di Kingston, ha descritto questo progetto come un passo “rivoluzionario” per contribuire a rendere le case della tenuta di Kingston tra le più verdi del paese.