Nei prossimi anni la domanda di batterie elettriche per le auto crescerà di 14 volte. Strategico sviluppare una filiera nazionale ed europea per il riciclo e il riutilizzo delle batterie
Se fra 10 anni volessimo riciclare tutte le batterie del parco di autovetture elettriche immesse sul mercato fino al 2020 dovremmo gestire la raccolta e il trattamento di circa 28.000 tonnellate di questi rifiuti. Pari al peso di due Torri di Pisa.
Questa la stima di Erion Energy, il consorzio del sistema Erion dedicato ai rifiuti di pile e accumulatori. Il calcolo è stato fatto per fare il punto sul presente. Pensando all’accelerazione nelle immatricolazioni delle auto elettriche (nel 2020 +155% rispetto al 2019, pari a circa 30.000 nuove auto) che farà crescere la domanda di batterie e quindi la necessità di un loro corretto smaltimento e recupero.
A livello mondiale nei prossimi anni la richiesta di batterie crescerà di 14 volte rispetto al 2018 e si prevede che entro il 2030 il 17% di questa domanda potrebbe venire dall’Europa. Un dato che fa dell’efficienza delle risorse, dell’approvvigionamento sostenibile delle materie prime e del recupero/riciclo di litio, cobalto, nichel e manganese sfide di importanza strategica.
In particolare si stima che complessivamente nel 2030 litio e cobalto serviranno rispettivamente in misura superiore di 80 e 50 volte rispetto a oggi. Cosa che rende fondamentale per il nostro Paese sviluppare una filiera nazionale ed europea per il riciclo e riutilizzo delle batterie, anche considerando l’attuale dipendenza dell’Europa da Paesi terzi in questo settore.
Una sfida che coinvolgerà in primo luogo i produttori di batterie che, da normativa, sono responsabili per l’intero ciclo di vita del prodotto, compreso il post-consumo. Al riguardo la Commissione europea, nell’ambito del Circular Economy Action Plan, ha presentato la proposta di un nuovo regolamento che, oltre a mantenere i principi e le responsabilità dei produttori, prevede l’introduzione di standard minimi obbligatori di sostenibilità e sicurezza per tutte le batterie immesse sul mercato europeo. Tra gli obiettivi primari c’è quello di evitare, o minimizzare, l’utilizzo di sostanze inquinanti privilegiando l’impiego di materiali riciclati per la fabbricazione delle nuove celle.
“I vantaggi di una corretta gestione delle batterie sono rappresentati dalla conservazione delle risorse, ma anche da un aspetto di prevenzione. Un trattamento idoneo permette di evitare l’emissione nell’ambiente di sostanze pericolose,” afferma Danilo Bonato, direttore generale di Erion Energy. “La sfida che abbiamo di fronte non è banale. Prima di tutto perché una corretta gestione del riciclo e riuso delle batterie, intesa come la possibilità di dare una seconda vita alle celle al litio secondo i principi dell’economia circolare, necessita di un livello industriale che al momento l’Italia non ha. Attualmente le batterie al litio finiscono per lo più in Germania, che comunque resta ancora molto lontana da Paesi come la Cina che da anni hanno investito in circuiti di recupero volti alla massimizzazione delle materie prime seconde. E poi perché l’attuale sistema ha costi elevati, che solo un forte investimento sul fronte tecnologico potrà abbattere”.