Un sondaggio di Legambiente e Ipsos fotografa il livello di conoscenza tra gli italiani dell’economia circolare
Se ambiente e mobilità sono tra le preoccupazioni degli italiani – 4 su 10 ritengono il Recovey Fund un’occasione buona per rilancio green dell’economia – per quanto riguarda l’economia circolare la strada è ancora lunga. E’ quello che emerge da un’indagine realizzata in queste settimane da Ipsos e Legambiente su un campione di quasi 1.000 italiani dai 16 ai 70 anni. Solo 4 italiani su 10 conoscono infatti i principi dell’economia circolare e di questi solo 2 li sanno definire correttamente.
Al di là delle parole però l’83% degli intervistati si dice disposto ad adottare almeno un comportamento a vantaggio della circular economy. Se il 41% è disponibile ad aumentare l’impegno nello smaltimento dei rifiuti, il 35% è disposto ad acquistare prodotti coerenti con l’economia circolare anche se meno belli dal punto di vista estetico. Solo un italiano su quattro però è pronto a modificare le proprie abitudini di acquisto a favore di prodotti e servizi di aziende attente ai principi dell’economia circolare. E meno di 1 su 5 è disposto a pagare di più per acquistare prodotti circolari.
Dall’indagine emerge inoltre una scarsa conoscenza dei risultati positivi raggiunti dall’Italia. Più della metà degli intervistati non ritiene credibile che il nostro Paese sia – come in effetti è – al primo posto in Europa come percentuale di riciclo dei rifiuti.
Ancora forte l’effetto NIMBY. Nonostante l’impegno dichiarato verso la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, il 51% degli italiani non si dice disponibile a ospitare – a meno di 10 chilometri di distanza dalla propria abitazione – impianti per il riciclo e la trasformazione dei materiali. Preoccupati principalmente dal rischio di inquinamento dell’aria (55%) e dell’acqua (33%).