Otto giocattoli su dieci finiscono prematuramente nella spazzatura. Alcuni esempi di aziende che stanno sperimentando soluzioni circolari
Quando smette di suscitare l’interesse dei bambini, un giocattolo anche se perfettamente funzionante finisce nella pattumiera. Succede in 8 casi su 10. Uno spreco di materiali e un enorme problema ambientale visto che l’80% dei giocattoli (in prevalenza in plastica) prende la strada della discarica o dell’inceneritore, mentre la percentuale di riciclo è molto ridotta. Una perdita economica notevole se si pensa che nel 2019 il mercato globale dei giocattoli ha avuto un valore pari a 90 miliardi di dollari.
La transizione circolare
Ripensare il giocattolo in ottica circolare evitando inquinamento ed emissioni, recuperando materiali e allungando la vita del prodotto è un tema sul quale si stanno mobilitando molte aziende. Partendo da una diversa progettazione, dall’impiego di materiali rinnovabili e proponendo modelli alternativi di utilizzo del giocattolo.
Riuso e condivisione
Riuso e condivisione sono la prima soluzione. Molte sono le start up che favoriscono il riuso e la condivisione dei giocattoli vecchi. Tra queste la francese Rejoué che dal 2012 recupera, ripara e rivende giocattoli usati. Nella stessa direzione si sta muovendo Toy Cycle, un’azienda californiana che ha realizzato una piattaforma su cui è possibile acquistare giocattoli usati, recuperati e riparati.
La stessa Lego, l’azienda produttrice dei mitici mattoncini, da alcuni anni incentiva la condivisione dei blocchetti. Già oggi i lego quasi sempre “passano” da padre in figlio, ma l’obiettivo di Lego Replay Initiative è ancora più ambizioso: incoraggiare a donare i mattoncini non più utilizzati ad associazioni caritatevoli per l’infanzia.
Giocattolo come servizio
L’idea di utilizzare un giocattolo senza possederlo si sta facendo strada. Alle famiglie che sottoscrivono una sorta di abbonamento, Happy Baton spedisce ogni mese una scatola contenente giocattoli appropriati per le varie età e adatti a soddisfare i bisogni dei bambini stimolandone lo sviluppo. A fine mese i giocattoli contenuti nella scatola si restituiscono in attesa dei nuovi. Prevista anche la possibilità di tenerli più a lungo o acquistarli se diventati compagni inseparabili di gioco. Lo stesso principio è utilizzato da Whirli, anche se l’azienda inglese ha introdotto l’utilizzo di token che funzionano come moneta nello scambio dei giocattoli.
Giocattoli circolari
Un passaggio chiave nel percorso della circolarità riguarda un modo diverso di produrre i giocattoli. Prima di tutto progettando giocattoli riparabili più facilmente e realizzati con materiali riciclati, rinnovabili e alternativi alla plastica. Cosa che può fare la differenza in termini di tutela ambientale e in certi casi anche di salute dei bambini.
È quello che sta facendo ad esempio Green toys, un’azienda californiana che usa solo plastica riciclata – come vasetti per lo yogurt – per produrre i suoi giocattoli.
Stesso percorso per la MGA Entertainment . Il colosso del settore – che ha un fatturato di 9,1 miliardi di dollari e vede tra i suoi prodotti di punta le bambole Bratz – ha attivato una collaborazione con Terracycle (l’azienda di riciclo più famosa degli Usa) con l’obiettivo di garantire il riciclaggio sia dei giocattoli che degli imballaggi.
Infine la Lego che si è impegnata a realizzare entro il 2030 i suoi mattoncini utilizzando solo bioplastica.