Meno emissioni con un’edilizia circolare

L’adozione di principi di economia circolare consentirebbe di ridurre al 61% le emissioni prodotte da cemento, acciaio e conglomerato usati nel settore delle costruzioni

 

Un’edilizia più efficiente e circolare in Europa ridurrebbe a 130 milioni di tonnellate di CO2 le emissioni climalteranti prodotte dal settore delle costruzioni. Secondo l’Eea (European Environment Agency) nello scenario più favorevole l’adozione di misure circolari nel 2050 potrebbe portare al 61% rispetto al dato del 2015 le emissioni prodotte da acciaio, cemento e conglomerato utilizzati nel settore edilizio.

L’Eea nel suo studio “Cutting greenhouse gas emissions through circular economy actions in the buildings sector” ha analizzato le emissioni prodotte da  cemento, acciaio e conglomerato nell’intero ciclo vitale di un edificio: dalla progettazione alla realizzazione, dall’utilizzo fino alla demolizione e gestione dei rifiuti. Oggi infatti due terzi delle emissioni globali sono collegate ai flussi dei materiali.

La ricerca dell’Agenzia europea è focalizzata su cemento, conglomerato e acciaio, in quanto materiali molto utilizzati nell’edilizia in Europa e responsabili di una buona quota delle emissioni. Il primo passo da fare perciò è contenere la domanda di questi materiali sia grazie a un loro impiego più efficiente da stabilire in fase di progettazione e realizzazione, sia attraverso il loro riutilizzo e riciclo al termine del ciclo di vita dell’edificio.

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Se un design attento può consentire di risparmiare l’impiego di questi materiali,  in fase di costruzione la scelta di prodotti a minori emissioni può fare la differenza, così come fondamentale  è il riuso e riciclo dei materiali  a fine vita dell’edificio.

Occorre – suggerisce Eea  – estendere la durata del ciclo di vita dei prodotti, ridurne il consumo e le perdite, evitare il downcycling, aumentare il riuso e riciclo dei materiali da costruzione piuttosto che estrarne di nuovi.