Anche l’Italia aderisce all’European Plastic Pact

Riciclo, progettazione circolare di prodotti e imballaggi, aumento della quantità riciclata: ecco i punti chiave del patto sulla plastica sottoscritto da 114 firmatari

 

Favorire la transizione verso un’economia circolare della plastica e fermare l’uso di plastica vergine. Sono gli obiettivi dell’European Plastic Pact lanciato nella primavera del 2019 da Francia e Paesi Bassi al quale ora l’Italia ha aderito. Il patto – ad oggi sottoscritto da 114 firmatari tra cui 19 Paesi europei (inclusa Svizzera, Regno Unito e Norvegia) oltre a numerose Ong e aziende – fissa quattro obiettivi da raggiungere entro il 2025.

  • Progettare tutti gli imballaggi in plastica e i prodotti in plastica monouso affinché possano essere riutilizzati e in ogni caso riciclati;
  • Ridurre i prodotti e gli imballaggi in plastica vergine di almeno il 20% in termini di peso;
  • Aumentare almeno del 30% l’uso di plastica riciclata negli imballaggi;
  • Incrementare la capacità di raccolta e riciclo degli imballaggi di plastica del 25%.

“Abbiamo aderito con convinzione al Patto Europeo Plastica”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “Siamo convinti che una tematica così complessa come quella legata alla plastica, e il contrasto all’inquinamento prodotto, necessiti di strumenti condivisi tra i Paesi europei e tra i molteplici attori coinvolti nella gestione. Il Patto è uno strumento interessante per affrontare meglio il ciclo della plastica, dalla progettazione dei prodotti alla produzione al corretto riciclo”.

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Oggi in Italia – secondo i dati forniti dal Corepla, Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica –  solo il 43% della plastica raccolta viene riciclato, mentre il 40% finisce nei termovalorizzatori e il 16,5% in discarica.