Lo stretto rapporto che lega l’emergenza climatica allo sfruttamento delle risorse naturali. Un Report Unep evidenzia le strategie da adottare per migliorare l’efficienza dei materiali
Per contrastare efficacemente l’emergenza climatica non basta concentrarsi su efficienza energetica e rinnovabili, ma occorre migliorare l’efficienza anche nell’uso delle risorse naturali e delle materie prime. In 20 anni – dal 1995 al 2015 – nel mondo la percentuale delle emissioni di gas serra legata alla produzione di materiali è passata dal 15 al 23% del totale: ovvero da 5 Gt nel 1995 a circa 11 nel 2015. Per avvicinarsi al target di 1,5° C fissato nell’Accordo di Parigi è dunque importante cambiare il modo in cui materiali e risorse naturali vengono estratte, prodotte e utilizzate. Questo il richiamo contenuto nel Rapporto “Resource Efficiency and Climate Change – Material Efficiency a Strategies for a Low-Carbon Future” presentato alla COP25 di Madrid dall’International Resource Panel (Irp) dell’United Nations Environment Programme.
Il rapporto valuta il potenziale di riduzione delle emissioni di gas serra derivante dalle strategie di efficienza dei materiali applicate in particolare all’edilizia residenziale e al settore automobilistico. Si stima infatti che l’80% delle emissioni legate ai materiali riguardi l’utilizzo nell’edilizia e nei prodotti manufatturieri.
La buona notizia è che si può fare molto subito visto che esistono già tecnologie che migliorano l’efficienza nell’utilizzo delle materie. Nelle abitazioni e nelle auto, i settori più impattanti in tal senso, queste strategie – sottolinea l’Unep – potrebbe tagliare 25 Gt di emissioni equivalenti di CO2 nel periodo 2016-2060 nei Paesi del G7. Nell’ambito residenziale si potrebbe arrivare a tagliare le emissioni dell’80 – 100% entro il 2050 in Cina e nei Paesi del G7, in India del 50-70%.
Ci sono diverse strategie da applicare nei Paesi del G7 – si legge nel Rapporto Unep – che hanno un grande potenziale, inclusi: uso più intensivo dello spazio (riduzione fino al 70% nel 2050); progettazione a risparmio di materiali (tra l’8% e il 10% nel 2050); uso di legname raccolto in modo sostenibile (tra l’1% e l’8% nel 2050); un migliore riciclaggio dei materiali da costruzione (potrebbe ridurre nel 2050 le emissioni di gas serra dal 20% al 18%).
Considerando poi che queste strategie possono influenzare altri step del ciclo di vita delle abitazioni, riducendo anche il consumo di energia, il taglio delle emissioni considerando l’intero ciclo di vita dell’edificio (costruzione, utilizzo, demolizione) potrebbe arrivare al 35-40% nei Paesi del G7 e al 50-70% in Cina e India.
Numerose possibilità anche nel settore automobilistico. A parte ovviamente la riduzione delle emissioni di gas serra derivante dal passaggio alla mobilità elettrica o a idrogeno, l’adozione di strategie di efficienza dei materiali potrebbe ridurre le emissioni di gas serra dal 57% al 70% nei Paesi del G7 e dal 40% al 60% in Cina e India.
Vanno, infine, aggiunte le riduzioni delle emissioni generate dal cambiamento nelle abitudini di guida (carsharing) e l’uso ad esempio di veicoli di dimensioni più compatte. Cosa che non solo ridurrebbe la domanda di materiali per realizzarli, ma anche il consumo di energia durante il loro utilizzo.
E’ evidente che per raggiungere questi risultati occorre un forte intervento pubblico. La progettazione di abitazioni e veicoli – riporta l’Unep – determina la quantità di materiali da fornire, l’energia consumata durante la loro costruzione e utilizzo, la loro durata e la loro facilità di riutilizzo e riciclaggio. I codici e gli standard di costruzione possono promuovere o limitare l’efficienza nell’uso dei materiali. Le politiche trasversali comprendono la revisione di codici e standard di costruzione; l’uso di sistemi di certificazione degli edifici governativi; le imposte di immatricolazione e sul traffico dei veicoli; il passaggio ad appalti pubblici verdi.