Su 500.000 tonnellate di Raee domestici raccolti ogni anno in Italia, 200.000 sfuggono ai radar. Il prossimo 14 ottobre saranno presentati i risultati dell’indagine sui Raee condotta da Ecodom e Altroconsumo.
Tre frigoriferi su 10 e 5 lavatrici e lavastoviglie su dieci prendono la via dello smaltimento illegale. Vengono “cannibalizzati”: gli viene strappato il cuore formato dalle parti di valore e la carcassa viene abbandonata in discariche abusive che inquinano l’aria. È quello che succede ad esempio vicino Tivoli nei 70 ettari dell’ex polverificio Stacchini, che dopo il fallimento dell’azienda sono stati trasformati in una mega discarica a cielo aperto.
Proprio per capire lungo quali strade si disperdono i Raee che escono dalle case dei cittadini italiani – si stima ci siano 8 chili di Raee in ogni casa- si parlerà il prossimo 14 ottobre a Roma nel corso del convegno “Dov’è finito il mio frigorifero?”. In questa occasione saranno presentati i risultati dell’ultima indagine – molto rilevante sia per quantità di Raee sottoposti a tracciamento Gps, sia per copertura territoriale del campione – portata a termine da Altroconsumo ed Ecodom nei mesi scorsi.
In Italia il sistema dei Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) abbandona all’illegalità il 40% del mercato. “Il paradosso è che tutto ciò avviene dopo che il sistema Raee ha fatto la sua parte raccogliendo il dovuto”, racconta Giorgio Arienti, direttore di Ecodom, il consorzio Raee che è tra i promotori del Circular Economy Network. “Sembra impossibile eppure avviene. In Italia si raccolgono circa 500 mila tonnellate di Raee domestici all’anno. Ma di queste 500 mila tonnellate ben 200 mila sfuggono ai radar, cioè vengono avviate verso destinazione ignota”.
In sostanza i commercianti che vendono i grandi elettrodomestici raccolgono i vecchi ma non sempre li indirizzano verso le piattaforme in cui vengono smaltiti correttamente. Sbagliano. Ma sbagliano senza violare la legge perché le autorizzazioni regionali e provinciali per le piattaforme di recupero sono state date con una certa leggerezza e i controlli sono molto scarsi.
“Il sistema dal 2008 a oggi ha compiuto enormi passi in avanti, passando da 80.000 a circa 300.000 tonnellate di Raee raccolti e trattati in modo ambientalmente corretto”, continua Arienti. “Gli attori della filiera (enti locali, distributori, imprese di trattamento, sistemi collettivi, centro di coordinamento Raee) hanno saputo garantire, attraverso accordi di programma, la capillarità e la tempestività del servizio (che raggiunge oltre 4.600 isole ecologiche in tutta Italia, dalle grandi città alle località più remote, incluse tutte le isole minori)”.
Ma il decreto legislativo 49/2014 stabilisce che la raccolta dei Raee domestici sia effettuata dagli enti locali e dai distributori (i negozi che vendono le apparecchiature elettriche ed elettroniche): la legge però non obbliga questi soggetti a conferire i Raee domestici ai sistemi collettivi, ma li lascia liberi di cederli a qualunque impianto che sia in possesso di una autorizzazione al trattamento di questi rifiuti.
Esiste dunque un “mercato parallelo”, che intercetta ingenti quantità di Raee domestici. Sia il settore del freddo (R1 – frigoriferi e congelatori) che quello di lavaggio e cottura (R2 – lavatrici, lavastoviglie, forni, cappe) sono prevalentemente mercati di sostituzione: in circa l’80% dei casi l’acquisto di una nuova apparecchiatura avviene a seguito della dismissione di quella vecchia; si compra un frigorifero, o una lavatrice, o un forno perché si è costretti a sostituire quello vecchio. In pratica per ogni tonnellata di queste apparecchiature che compriamo, buttiamo via circa 800 kg di Raee. I sistemi collettivi ne intercettano solo 480 kg; il resto (cioè 320 kg per ogni tonnellata di AEE venduta, pari al 32% dell’immesso sul mercato) viene catturato dal mercato parallelo e trattato chissà dove e chissà come, senza alcuna rendicontazione. Stesso discorso per il Raggruppamento R2. Per ogni tonnellata di AEE che compriamo, buttiamo via circa 800 kg di Raee: i sistemi collettivi ne intercettano solo 300 kg; il resto viene “catturato” dal mercato parallelo e trattato chissà dove e chissà come, senza alcuna rendicontazione.
Il mercato parallelo dei Raee domestici ha dunque dimensioni enormi: se le quantità di RAEE Domestici che annualmente intercetta (40.000 tonnellate di R1 e 160.000 tonnellate di R2) fossero rendicontate come vuole il D.Lgs. 49/2014, la quantità totale di questi rifiuti salirebbe a 500.000 tonnellate (300.000 dei Sistemi Collettivi e 200.000 del mercato parallelo) e l’Italia sarebbe vicinissima agli obiettivi di raccolta 2019.
La priorità, dunque, è quella di far emergere questo mercato parallelo, identificandone tutti gli attori e scoprendo i meccanismi con cui riescono a nascondere i flussi di Raee.