Da mineros scalzi a lavoratori dell’economia circolare

Dove prima c’era una discarica a cielo aperto – una collina di rifiuti popolata da mineros, uomini donne e bambini che frugavano a piedi nudi nell’immondizia – oggi c’è un centro integrato per il recupero e riciclo dei materiali di scarto.

Succede in Ecuador a Lago Agrio, al confine con la Colombia, località che fino al 2011 era avvelenata da una discarica che esponeva non solo i mineros ma tutti gli abitanti della zona a notevoli rischi sanitari e ambientali.

Grazie all’iniziativa degli abitanti e al sostegno del Comune, è partito un progetto di cooperazione cofinanziato dall’Unione Europea e gestito dalle Ong Oxfam e Cefa, che dà lavoro a molte famiglie che prima vivevano della raccolta ”informale” in condizioni di totale insalubrità e insicurezza.

Oggi si recupera ogni tipologia di materiale presente in discarica: dalla carta al pet, dal vetro ai metalli. Materiali che vengono venduti a imprese locali e nazionali che riescono così a dar loro una seconda vita. Secondo le stime dell’Asociacion de recicladores Puerto Rico, al momento si recuperano circa 40 tonnellate l’anno di rifiuti.

Non solo. Questo progetto permette a una parte di quanti prima frugavano tra i rifiuti di lavorare in condizioni sicure: 14 famiglie oggi sono impegnate in questo progetto che costituisce la loro fonte di sopravvivenza economica. I prezzi variano ma sono comunque abbastanza alti da rendere l’attività sostenibile anche sotto il profilo del reddito: si va dai 60 centesimi di dollaro al chilo per il Pet ai 15 centesimi per il cartone.