Ogni anno solo in Europa si producono un milione di tonnellate di gusci d’uovo, scarti che nel migliore dei casi finiscono per essere utilizzati come fertilizzanti o mangimi per gli animali, e nel peggiore smaltiti in discarica. Ma ci sono anche altre possibilità.
Un team internazionale di ricercatori guidato dall’Helmholtz Institute Ulm (Germania) ha iniziato a studiare la possibilità di utilizzare i gusci d’uovo a fini energetici. Gli scienziati hanno valutato le proprietà elettrochimiche dei gusci, composti al 99% di carbonato di calcio, e studiato la possibilità di utilizzarli come elettrodi nelle batterie.
In pratica, dai gusci d’uovo macinati e ridotti in una polvere molto fine riscaldata a 300 gradi, i ricercatori hanno ottenuto un nuovo materiale utilizzato come catodo in una batteria con anodo al litio metallico. Particolarmente incoraggiante il fatto che questa nuova batteria ha dimostrato dai primi esperimenti una notevole efficienza, visto che è in grado di mantenere una capacità di ritenzione pari al 92% in oltre mille cicli di carico e scarico.
“Ci sono sempre nuovi esempi in cui le sostanze naturali hanno prerequisiti da buoni a molto buoni per la produzione di materiali per lo stoccaggio elettrochimico”, ha commentato il professor Maximilian Fichtner che ha diretto il team di ricercatori.
Già oggi comunque i gusci d’uovo rappresentano un materiale prezioso per molti settori. Ad esempio per l’edilizia: la calce ricavata dal carbonato di calcio contenuto nel guscio d’uovo potrebbe ridurre l’estrazione di calcare dalle cave e lo scempio del territorio. In Italia, secondo gli ultimi dati di Legambiente, risultano attive circa 5.500 cave, da cui si estraggono ogni anno 120,2 milioni di metri cubi di materie prime per l’edilizia: di questi 31,6 milioni di metri cubi sono di calcare.