La finanza comincia a investire sul futuro

di Fabrizio Vigni 

È possibile sviluppare l’economia circolare senza investimenti? La risposta è semplice: no, servono investimenti. E molti, anche. Ma si possono fare investimenti senza adeguate disponibilità finanziarie? Ovviamente no. Ecco perchè il mondo della finanza è chiamato ad assumere un ruolo essenziale nel sostenere la transizione verso la circular economy.

Non di rado il sistema industriale e imprenditoriale incontra difficoltà da questo punto di vista. In particolare nel nostro Paese, caratterizzato da un tessuto economico fatto essenzialmente di piccole e medie imprese. Non meno di quelle più grandi, queste imprese hanno un forte interesse a sviluppare soluzioni innovative improntate all’efficienza nell’uso delle risorse. Ma hanno bisogno di finanziamenti adeguati, e qui cominciano i problemi: le piccole e medie imprese sono infatti spesso sottocapitalizzate, hanno un accesso limitato ai mercati finanziari, fanno fatica a rientrare nei criteri adottati dagli istituti bancari per l’erogazione di linee di credito. E come se non bastasse vi sono anche barriere normative per gli investitori istituzionali (imprese di assicurazione, fondi pensione e fondazioni) nel finanziare le imprese più piccole.

La finanza deve dunque intervenire di più e meglio per facilitare l’accesso al credito delle imprese, sviluppando prodotti e servizi adatti alle esigenze di chi intende investire nell’economia circolare. E’ necessario ampliare la gamma delle fonti di finanziamento – banche, società di gestione del risparmio, fondazioni, assicurazioni – e orientare le loro attività verso il sostegno agli investimenti connessi alla circular economy, integrando sempre più criteri di sostenibilità ambientale e sociale nell’analisi dei progetti da finanziare e delle imprese da supportare.

Una spinta importante in questa direzione giunge dall’Europa. E’ di pochi giorni fa la notizia che cinque grandi banche e istituti nazionali, tra cui Cassa Depositi e Prestiti, hanno promosso insieme alla Banca europea per gli investimenti un’iniziativa del valore di 10 miliardi di euro per accelerare la transizione verso l’economia circolare.

L’obiettivo è sostenere l’attuazione di progetti all’interno dell’Unione europea, attraverso un partenariato che mira a mobilitare 10 miliardi di investimenti nell’arco dei prossimi cinque anni (2019-2023) per migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse, ridurre la produzione di rifiuti, sostenere l’innovazione, promuovere la circolarità in tutti i settori dell’economia. Le banche e gli istituti nazionali interessati sono cinque: Bank Gospodarstwa Krajowego (BGK – Polonia), Gruppo Caisse des Dépôts et Consignations (CDC – Francia), Cassa Depositi e Prestiti (CDP – Italia), Instituto de Crédito Oficial (ICO – Spagna), Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW – Germania).

L’iniziativa congiunta permetterà di attivare prestiti, investimenti azionari o garanzie in relazione a progetti coerenti con i principi dell’economia circolare, e di sviluppare strumenti di finanziamento innovativi a favore di infrastrutture pubbliche e private, progetti di ricerca e di ecoinnovazione. Sarà incentrata sulla promozione di investimenti capaci di accelerare la transizione verso un’economia circolare e riguarderà tutte le fasi della catena di valore e del ciclo di vita di prodotti e servizi. L’iniziativa si inserisce nell’ambito della strategia dell’Unione Europea per l’economia circolare ed è in sintonia con il programma di riforma del sistema finanziario contenuto nell’Action Plan Financing Sustainable Growth.

E’ un ulteriore passo avanti nelle strategie di sostegno allo sviluppo dell’economia circolare. Perché se è vero, come ha scritto Kate Raworth nel suo libro “L’economia della ciambella: sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo”, che la costruzione di un modello economico sostenibile non può prescindere da sistemi finanziari in sintonia coi i valori della sostenibilità, questa iniziativa va nella direzione giusta. E perché finanziare l’economia circolare significa investire sul futuro.