Il progetto di Enea prevede non solo il riutilizzo di queste acque, ma anche il recupero di materie prime seconde e il trattamento di contaminanti
Riutilizzare acque reflue depurate per irrigare i campi è solo uno degli obiettivi del progetto Value Ce-In: si aggiungono il recupero e il reimpiego di materie prime seconde e il trattamento di contaminanti, per esempio le microplastiche.
Coordinato da Enea e finanziato dalla Regione Emilia Romagna, il progetto punta a utilizzare soluzioni hi-tech, biotecnologie innovative e nuovi modelli di business per valorizzare l’intera catena del trattamento depurativo delle acque reflue sia municipali che industriali, secondo i principi dell’economia circolare.
Al progetto parteciperanno anche Cnr, Università di Bologna e Ferrara, Politecnico di Milano e le aziende Hera, Caviro Distillerie, Agrosistemi, Irritec, Alga&Zyme Factory e Promosagri .
Proprio presso l’impianto Hera di Cesena– ha spiegato Luigi Petta dell’Enea – sarà implementato un prototipo per monitorare la qualità delle acque reflue trattate ad uso irriguo, che verranno fatte affluire, grazie a sistemi di irrigazione di precisione innovativi, verso un campo pilota sperimentale coltivato ad ortaggi, valutandone gli impatti agronomici ed ambientali.
Inoltre, in collaborazione con il Cnr, il progetto prevede la messa a punto di metodiche di monitoraggio e di tecnologie per il trattamento di contaminanti, tra cui le microplastiche. Value Ce-In punta anche a sviluppare sistemi smart in scala reale con elevato livello di maturità tecnologica per testare e validare biotecnologie innovative per il reimpiego delle materie prime seconde risultanti dal trattamento delle acque reflue, come alghe, carboni vegetali o bio-char e bio-oli.
I risultati ottenuti da Value Ce-In confluiranno nella banca dati della piattaforma di simbiosi industriale realizzata da Enea per sviluppare nuovi modelli di business riguardo la chiusura dei cicli e lo scambio di materie prime seconde con l’obiettivo di dar vita a nuovi mercati.