L’automobile diventa più circolare

Enea e Centro ricerche Fiat studiano nuovi materiali riciclabili per l’automotive

La transizione al modello economico circolare interessa sempre di più il settore automobilistico. Sviluppare materiali innovativi compositi in fibra di basalto e resina che siano riciclabili, leggeri e a basso costo è l’obiettivo del progetto di ricerca triennale “C2CC – Cradle-to-Cradle Composites” coordinato da Enea (Laboratori Temaf di Faenza) in partnership con il Centro di ricerche Fiat.

Attualmente infatti nella produzione dei cofani delle automobili si utilizza soprattutto un materiale composito in fibra di carbonio e resina epossidica che ha lo svantaggio di non essere riciclabile. Il progetto Enea-Fiat punta a ottenere una fibra di rinforzo con le stesse caratteristiche di resistenza ma riutilizzabile nella produzione dello stesso componente. 

“Grazie a questo progetto sostituiremo la fibra di carbonio con una derivata dal basalto perché è riciclabile e mantiene costanti nel tempo le sue qualità. In questo modo dimostreremo come sia possibile riprocessare la fibra di rinforzo, che rappresenta il 60% della massa del cofano, per produrre di nuovo il componente originario”, spiega il ricercatore Enea Claudio Mingazzini, responsabile del progetto.

Il progetto italo-spagnolo è finanziato con 1,3 milioni di euro da EIT Raw Materials, associazione europea incaricata dalla Commissione europea di promuovere ricerche e soluzioni per l’uso delle materie prime. In particolare Enea si occuperà di testare le proprietà meccaniche dei nuovi materiali e di verificarne le prestazioni anche in presenza di un invecchiamento.

Con il nuovo materiale composito totalmente riciclabile sarà realizzato un cofano per un modello di automobile già in produzione, ossia una FIAT 500 Abarth. Ma il business plan di questo progetto prevede un potenziale volume di produzione di 100.000 veicoli all’anno da riciclare secondo il modello cradle-to-cradle, ovvero un processo a rifiuto-zero che ricicla il materiale per la sua funzione originaria”, conclude Mingazzini.