La seconda vita del cemento

Dopo dieci anni di crisi, nel 2017 si è arrestato il trend negativo della filiera del cemento italiano, registrando una ripresa dello 0,3%. Il convegno di Federbeton sul rilancio del settore nella prospettiva dell’economia circolare.

Il cemento riparte dall’economia circolare. Il mercato italiano del settore, storicamente un asset strategico dell’edilizia europea, nel biennio 2007/2008 ha visto frenare la produzione a causa di uno stop generale della domanda a fronte di una sovraccapacità produttiva. Dal 2008 al 2016 il calo del numero delle imprese di costruzione si è attestato intorno alle 125.000 unità, con la conseguente perdita di 700.000 posti di lavoro. In particolare il mercato del cemento e del calcestruzzo negli ultimi dieci anni ha subito una contrazione complessiva del 60% dei volumi.

Nel 2017 però, i consumi nazionali di cemento sono tornati a crescere segnando un aumento dello 0,3% e attestandosi a 18,7 milioni di tonnellate. Un segnale di ripresa ottenuto attraverso un processo di riorganizzazione degli impianti industriali e distributivi che va nel senso di una maggiore attenzione alla sostenibilità. E questo è il centro del convegno, organizzato da Federbeton, “Il contributo di cemento e calcestruzzo all’economia circolare”, che si terrà il prossimo 6 giugno nella Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, a Roma.

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L’economia circolare e la necessità di mitigare i cambiamenti climatici sono questioni che riguardano da vicino i settori del cemento e del calcestruzzo, a partire dal recepimento delle nuove direttive europee. Le imprese sono pronte ad affrontare questa sfida, cruciale per il futuro del pianeta, per dare nuova vita ai materiali di scarto trasformandoli in materie prime e combustibili solidi secondari. Questo percorso di sostenibilità deve, tuttavia, fare i conti con diversi ostacoli esterni: difformità legislative, diffidenza a livello territoriale, mancanza di simbiosi industriale.

Il convegno promosso da Federbeton Confindustria in collaborazione con il Circular Economy Network sarà l’occasione per discutere di questi temi e tracciare le possibili soluzioni partendo dai dati del Rapporto 2018 Ispra-Snpa sul consumo di suolo secondo cui in Italia ogni giorno perdiamo 15 ettari e la copertura artificiale del suolo aumenta al ritmo di 2 metri quadrati al secondo. Il grado di impermeabilizzazione del terreno è arrivato al 7,6% del territorio nazionale (il 50% più della media europea), circa 23.000 chilometri quadrati. Un fenomeno che contribuisce ad aumentare il rischio idrogeologico in un Paese dove oltre 3 milioni di nuclei familiari risiedono in aree ad alta vulnerabilità.

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In molti Paesi europei sono in corso azioni per la correzione di questo fenomeno, in Italia invece la legge sul consumo di suolo è ferma in Senato. In attesa dello sblocco, il settore del cemento cerca nuove strade per arrivare a una maggiore salvaguardia del territorio unita a un rilancio dell’innovazione tecnologica e della riqualificazione urbana.

Info e iscrizioni al convegno