Al via a Bruxelles la Conferenza degli Stakeholder dell’economia circolare

“Storie di successo e nuove sfide”. Questo il titolo della Conferenza annuale degli stakeholder dell’economia circolare che si svolgerà oggi e domani a Bruxelles. Un incontro volto a fare il punto sui risultati raggiunti e sulle sfide che si profilano all’orizzonte.

Giunta alla quarta edizione, la Conferenza è organizzata dalla European Circular Economy Stakeholder Platform che in Italia ha come partner la Piattaforma Italiana degli attori per l’Economia Circolare (Icesp), coordinata da Enea, a cui il Circular Economy Network ha aderito fin dalla fondazione.

Al centro della Conferenza di Bruxelles la discussione sui risultati appena diffusi nella Relazione sull’attuazione del Piano d’azione per l’economia circolare presentata dalla Commissione europea.

Una relazione definita molto incoraggiante da Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione europea per il lavoro, la crescita, gli investimenti e la competitività. ” La relazione dimostra – ha commentato Katainen – che l’Europa è sulla buona strada per generare investimenti e creare posti di lavoro e nuove imprese. Il futuro potenziale di crescita sostenibile è enorme e l’Europa è sicuramente il luogo migliore in cui un settore industriale rispettoso dell’ambiente possa crescere. Questo successo è il risultato della collaborazione tra portatori d’interessi e responsabili decisionali europei.”

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Dal piano d’azione ad oggi

Infatti a distanza di tre anni dalla sua adozione, il piano d’azione per l’economia circolare può essere considerato quasi pienamente completato. Le 54 azioni previste sono in fase di attuazione, avviando così la transizione della Ue verso un modello circolare utile a far crescere l’occupazione. Lo dimostrano gli oltre quattro milioni di lavoratori europei che nel 2016 hanno trovato impiego nei settori attinenti all’economia circolare, il 6 % in più rispetto al 2012.

La circolarità ha anche dato vita a nuovi modelli di impresa e sviluppato nuovi mercati, sia all’interno che all’esterno della Ue. Nel 2016 le attività circolari come la riparazione, il riutilizzo o il riciclaggio hanno prodotto quasi 147 miliardi di euro di valore aggiunto e registrato investimenti pari a circa 17,5 miliardi di euro.

I dati incoraggianti

Un altro risultato positivo riguarda i rifiuti, la relazione indica infatti un aumento del tasso di riciclo. Complessivamente nel 2016 la Ue ha riciclato circa il 55% di tutti i rifiuti a esclusione dei principali rifiuti minerali (53% nel 2010). Nel 2017 il riciclo dei rifiuti urbani ha toccato il 46% (35% nel 2007), mentre i rifiuti elettrici ed elettronici sono arrivati al 41%. Anche se, nonostante questi alti tassi di riciclo, nel 2016 solo il 12% dei materiali utilizzati nella Ue proveniva da prodotti riciclati e materiali recuperati.

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Se, dunque, molto è stato fatto in diversi ambiti (plastica, Innovazione e investimenti, rifiuti, progettazione e processi di produzione, responsabilizzazione dei consumatori, coinvolgimento degli stakeholder) molto – scrive la Commissione – è ancora da fare ” per potenziare l’azione sia a livello dell’Unione sia a livello mondiale, trovare l’anello mancante e ottenere il vantaggio competitivo che l’economia circolare porterà alle imprese della Ue”.

Così come, secondo la Commissione, per completare l’agenda in materia di circolarità occorre esaminare altri ambiti non contemplati dal piano d’azione. “Sulla base dell’esempio della strategia europea per la plastica nell’economia circolare, molti altri ambiti a elevato impatto ambientale e alto potenziale per la circolarità, come il settore IT, l’elettronica, la mobilità, l’ambiente edificato, il settore minerario, dei mobili, degli alimenti e delle bevande o il settore tessile, potrebbero beneficiare di un analogo approccio olistico”.

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