Affrontare le nuove sfide ambientali e cogliere le opportunità offerte dalla digitalizzazione dei processi produttivi e di consumo secondo un modello di economia circolare. Questo il primo obiettivo della “Carta per la sostenibilità e la competitività delle imprese nell’economia circolare“, il documento sottoscritto il 19 febbraio a Roma da 11 tra le maggiori associazioni datoriali (Confindustria, Confartigianato Imprese, Cna, Casartigiani, Claai, Confcommercio, Confesercenti, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop e Confapi) in un’iniziativa promossa insieme a TES, Transizione Ecologica e solidale. Una firma che rappresenta un impegno condiviso per l’avvio del confronto con le Istituzioni e segna la volontà di un cambio di approccio da parte di tutti gli stakeholders e il coinvolgimento del sistema economico nel suo complesso.
“La Carta – ha dichiarato Claudio Andrea Gemme, presidente del gruppo Industria e Ambiente di Confindustria – rappresenta un percorso che faremo assieme a tutte le altre categorie economiche per dare il nostro contributo per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini nonché per investire sulle nuove tecnologie che renderanno le nostre imprese sempre più innovative e competitive anche nel confronto nazionale”.
Le proposte di TES e la Carta dell’economia circolare
Nel documento dieci sono i punti chiave che individuano le linee di intervento riguardanti aspetti di carattere regolatorio, normativo, economico e tecnologico. Tra questi:
- Abbattere le barriere non tecnologiche ovvero le criticità di tipo normativo, autorizzativo e di controllo derivanti da un approccio restrittivo del legislatore e degli enti preposti al controllo e al rilascio delle autorizzazioni, che di fatto rendono conveniente e preferibile, se non addirittura inevitabile, la gestione dei residui di produzione come rifiuto.
- Ridurre la burocrazia e gli adempimenti amministrativi per le imprese, non nell’ottica di una deregulation ambientale ma nel senso di stimolare lo sviluppo di iniziative di economia circolare.
- Sostenere gli investimenti per la sostenibilità innalzando la capacità impiantistica “virtuosa” del Paese, favorendo l’efficienza degli impianti di riciclo e recupero esistenti, valutando la necessità di costruirne di nuovi e limitando al minimo la presenza di discariche.
- Sostenere la ricerca e l’innovazione per sviluppare tecnologie facilmente replicabili e utilizzabili anche dalle micro, piccole e medie imprese.
- Favorire lo scambio di beni prodotti in linea con i principi dell’economia circolare, favorendo la garanzia di idonei standard di qualità.
- Consolidare le partnership pubblico-private.
“La cosa innovativa – ha commentato Elena Calabria, vicepresidente nazionale della Cna con delega alle Politiche della Sostenibilità, Ambiente ed Energia – è che la Carta è stata firmata trasversalmente da undici associazioni di rappresentanza. Questo secondo noi rappresenta un grande valore aggiunto perché il tema dell’economia circolare è un tema trasversale e quindi occorre affrontarlo non in maniera settoriale, ma con una visione di sistema”.