Più di 3 mila miliardi di dollari: questo – secondo le ultime stime del World Economic Forum – il valore globale dell’economia circolare.
Il dato presentato al Forum di Davos che si è concluso il 25 gennaio scorso quantifica così il Pil potenziale legato allo sviluppo dell’economia circolare. Una cifra considerevole visto che il Pil mondiale è pari a 88 mila miliardi di dollari (secondo i dati del Fondo monetario internazionale).
La stima dei 3 mila miliardi di dollari si basa sull’attuazione di alcuni punti chiave:
- Ottimizzare l’utilità dei prodotti, prolungando la durata dei materiali;
- Potenziare il riciclaggio, utilizzando i rifiuti come risorsa;
- Realizzare l’ecodesign riducendo il consumo di materiali e utilizzando alternative a basse emissioni di carbonio.
L’economia circolare è stato uno dei temi centrali del Vertice di Davos che, pur evidenziandone le notevoli potenzialità economiche, ha sottolineato come le strategie di economia circolare risultino ancora poco sviluppate.
Oggi – secondo il Circularity Gap Report presentato a Davos – ogni anno l’economia mondiale consuma quasi 93 miliardi di tonnellate di materie prime tra minerali, combustibili fossili, metalli e biomassa (circa 34 kg a persona al giorno, a parte l’acqua), ma di queste si riutilizza solo il 9% . Il consumo di risorse è triplicato dal 1970 e potrebbe raddoppiare entro il 2050 in assenza di serie azioni di contrasto, mentre adottando un’ottica circolare la pressione sulle risorse naturali sarebbe ridotta del 28%.
Secondo gli studiosi, il 67% delle emissioni globali di gas a effetto serra viene rilasciato durante le fasi di estrazione: il passaggio a un modello circolare ridurrebbe queste emissioni del 72%.