ICESP: the italian way per l’economia circolare

L’Italia risulta in cima alla classifica europea nel settore dei prodotti a valore aggiunto dall’economia circolare. Lo ha dichiarato la piattaforma ICESP alla sua prima conferenza, il 3 dicembre.

Condividere le conoscenze, favorire il dialogo tra i policymakers, ma soprattutto esportare in Europa il nostro modo di fare economia circolare. Con questi obiettivi è nata lo scorso maggio la piattaforma Icesp, Piattaforma Italiana degli Stakeholders per l’Economia circolare (ItalianCircular Economy Stakeholder Platform). Un “network di network”, guidato da Enea, un luogo di confronto delle varie iniziative nazionali.

Due gli obiettivi principali:

  • creare un punto di convergenza su iniziative, esperienze, criticità e prospettive dell’economia circolare;
  • diffondere le eccellenze italiane e il nostro modo di fare economia circolare partendo dalle tradizioni e dalle tipicità del territorio associate ai modelli culturali, sociali e imprenditoriali che lo caratterizzano.

Da un lato, la quantità degli investimenti nel nostro Paese è ancora inadeguata. Dall’altro, l’Italia in alcuni indicatori risulta al top in Europa per il valore aggiunto prodotto dall’economia circolare. Il dato emerge dai primi risultati prodotti dalla Piattaforma italiana per l’economia circolare e presentati il 3 dicembre scorso a Roma da Roberto Morabito di Enea, presidente Icesp, durante la prima conferenza annuale. Ottime ad esempio le prestazioni raggiunte nel riciclo dei rifiuti. In Italia si riciclano 94 kg di rifiuti organici per abitante, molto di più rispetto alla media Ue pari a 78 kg; così per gli imballaggi, riciclati nella percentuale del 66,8% in Italia rispetto al 65,8% in Europa.

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La piattaforma Icesp vede coinvolti 75 soggetti, il 60% dei quali provenienti dal mondo delle imprese e il 14% dalla ricerca .

Accompagnare la transizione all’economia circolare

“Icesp – spiega Roberto Morabito – non è un club ma un posto dove si va a riflettere insieme e a scambiarsi conoscenze e buone pratiche da esportare in Europa”. Un impegno che serve molto al nostro Paese, visto che “l’Italia – precisa Morabito – importa il 99% delle materie prime critiche da Paesi che sono forti competitori dell’Occidente come la Cina o da altri che hanno una forte instabilità politica. Pur essendo noi la seconda manifattura d’Europa, subiamo un grosso gap proprio perché non disponiamo di queste materie prime. Per questo motivo è molto importante discutere di riciclo e riuso dei materiali. In tutto ciò sarebbe utile che l’Italia si doti di nuove strategie e di una nuova normativa sull’energia circolare. Ancor più, come hanno fatto gli altri Paesi, bisognerebbe immaginare un’agenzia nazionale sull’uso delle risorse”.

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Ma, come ha ricordato Morabito nel suo intervento, per gestire correttamente la transizione all’economia circolare non occorrono solo eco-innovazione di processo (clean e lean tech), di prodotto (Ecodesign), di sistema (simbiosi industriale). Serve anche attivare nuovi strumenti legislativi (End of Waste), politici e finanziari, nuovi modelli di business e modificare gli stili di vita.

 

Nella sezione Documenti potete trovare l’intervento di Roberto Morabito alla Conferenza Icesp.