Parte la battaglia del Parlamento europeo alla plastica monouso. Con 571 voti favorevoli, 53 contrari e 34 astensioni,il 24 ottobre gli europarlamentari hanno approvato – con alcuni emendamenti restrittivi – la Strategia UE sulla plastica secondo la quale a partire dal 2021 nell’Unione Europea è vietato il consumo di alcuni prodotti monouso, tra cui cannucce, bastoncini per palloncini, bastoncini cotonati, posate e piatti.
Attualmente negli oceani ci sono 150 milioni di tonnellate di plastica e i prodotti usa e getta. Proprio a causa del loro brevissimo ciclo di vita, sono quelli che determinano i maggiori impatti negativi sul clima e sull’ambiente. Nell’Unione europea oltre l’80% dei rifiuti marini trovati sulle spiagge è costituito da rifiuti di plastica. Di questi, gli oggetti di plastica monouso rappresentano il 50% e gli oggetti collegati alla pesca il 27%. Nasse, trappole, galleggianti e boe, reti, funi, cavi, corde, lenze che al termine del loro utilizzo non vengono raccolti per essere trattati ma abbandonati in mare.
I rifiuti marini sono un fenomeno che non ha frontiere nazionali. Quantità sempre maggiori di rifiuti finiscono negli oceani di tutto il mondo provocando ripercussioni sulla salute degli ecosistemi e la morte di molti animali. Ridurre i rifiuti marini è dunque un passo fondamentale per raggiungere l’obiettivo 14 di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite: conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine.
In termini economici, secondo stime dello stesso Parlamento europeo, i rifiuti marini costano ogni anno dai 259 ai 695 milioni di euro. E determinano danni in settori come il turismo e la pesca (senza quindi considerare i danni ambientali legati alla perdita di ecosistemi, di biodiversità e i danni alla salute umana e animale).
Perciò, se la nuova normativa verrà approvata in via definitiva, dal 2021 saranno vietati la vendita e il consumo all’interno dell’Ue degli articoli in plastica monouso per i quali esistono già alternative, ovvero bastoncini cotonati, piatti, cannucce, miscelatori per bevande e bastoncini per palloncini.
Le plastiche da tenere d’occhio
Diverso l’atteggiamento del Parlamento Ue per i prodotti usa e getta per i quali ancora non esistono alternative. Tra questi:
- gli articoli di plastica ossidegradabile con cui sono fatti alcuni imballaggi. La plastica ossidegradabile, infatti, non è biodegradabile né compostabile e influisce negativamente sul riciclaggio della plastica convenzionale
- i contenitori per fast-food in polistirolo espanso. In questo caso la direttiva punta a ridurne il consumo di almeno il 25% entro il 2025.
- le bottiglie in plastica per le bevande – al primo posto nella top ten dei rifiuti plastici marini. L’indicazione è ancora più stringente visto che per la stessa data le bottiglie dovranno essere raccolte separatamente e riciclate al 90%.
- obiettivi minimi di raccolta e riciclaggio sono fissati anche per le attrezzature da pesca.
All’attenzione degli europarlamentari anche i filtri delle sigarette. I secondi oggetti in plastica monouso più diffusi tra i rifiuti marini. Un mozzicone può inquinare tra i 500 e i 1.000 litri d’acqua, mentre se gettato in strada può richiedere fino a dodici anni per disintegrarsi. I filtri usati infatti contengono plastica e sostanze chimiche nocive per l’ambiente (almeno 50 sono state accertate cancerogene per l’uomo), nonché metalli pesanti che possono fuoriuscire dal filtro e danneggiare l’ambiente terrestre, aereo e marino circostante. Anche per questi rifiuti il Parlamento europeo ha fissato obiettivi minimi di riduzione: del 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030.
Gli Stati membri dovrebbero anche
“garantire che i produttori di tabacco si facciano carico dei costi di raccolta dei rifiuti per tali prodotti, compresi il trasporto, il trattamento e la raccolta dei rifiuti. Lo stesso vale per i produttori di attrezzi da pesca contenenti plastica, che dovranno contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di riciclaggio”
Un’azione urgente
Interventi urgenti perché la produzione mondiale di plastica è drasticamente aumentata e nel 2017 ha raggiunto i 348 milioni di tonnellate; la quota europea (64,4 milioni di tonnellate, con un incremento del 3,4 % rispetto al 2016) rappresenta il 18,5 % del totale mondiale. L’uso sempre più diffuso in applicazioni di breve durata, di cui non è previsto il riutilizzo né un riciclaggio efficiente, si traduce in modelli di produzione e consumo sempre più inefficienti. La Strategia europea per la plastica rappresenta un primo, piccolo passo verso la realizzazione di un’economia circolare basata sulla riduzione, sul riutilizzo e sul riciclaggio di tutti i prodotti di plastica.