Creare un mercato unico per la plastica riciclata, vietare entro due anni le microplastiche presenti nei cosmetici e nei prodotti per la pulizia. Inoltre, stabilire misure ed incentivi per la raccolta dei rifiuti marini e definire nuove norme su biodegradabilità e compostabilliltà. Questi i punti chiave della Risoluzione non vincolante approvata a Bruxelles lo scorso 13 settembre dal Parlamento europeo con 597 voti favorevoli, 15 contrari e 25 astensioni.
“La Risoluzione non è un appello contro la plastica, ma un appello per un’economia circolare della plastica riciclata” ha dichiarato il relatore, l’eurodeputato belga Mark Demesmaeker. Senza dubbio i preoccupanti dati richiamati nel documento appena approvato confermano che “la plastica è un problema di carattere globale, per la cui risoluzione è necessaria la cooperazione internazionale”.
Partiamo da alcuni di questi numeri: 322 milioni di tonnellate di plastica prodotte e nel mondo nel 2015 (si prevede che raddoppino nei prossimi 20 anni). Se guardiamo alla sola Europa ogni anno si generano 25,8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. Di questi solo il 30% viene raccolto per essere riciclato e il 31% finisce in discarica.
Fondamentale dunque – afferma l’Europarlamento – è aumentare i tassi di raccolta e riciclo. Nella Risoluzione si richiamano vari strumenti: per esempio regimi di responsabilità estesa del produttore con tariffe modulate, sistemi di cauzione-rimborso, incentivi alla raccolta dei rifiuti marini da parte dei pescatori.
Altro fronte: incrementare l’uso di plastica riciclata che nella Ue è ancora marginale. Solo il 6% della plastica immessa sul mercato è prodotto da materiale riciclato. Per varie ragioni osservano gli europarlamentari: tra queste i bassi prezzi dei combustibili fossili che ancora godono di sussidi e la carenza di una fornitura di qualità che genera scarsa fiducia nei prodotti.
Per superare queste difficoltà e incrementare l’uso di plastica riciclata occorre rafforzare il mercato interno delle materie prime secondarie. Perciò, suggeriscono gli eurodeputati, la Commissione europea deve proporre norme che contengano standard sulla qualità tenendo conto dei diversi gradi di riciclaggio compatibili con i vari usi, in particolare se la plastica riciclata è utilizzata in contenitori per alimenti. Inoltre, il Parlamento invita gli Stati membri a considerare la possibilità di introdurre un’imposta sul valore aggiunto (IVA) ridotta sui prodotti contenenti plastica riciclata.
Un altro punto chiave riguarda le microplastiche da bandire da cosmetici e prodotti per la pulizia entro il 2020. Ogni anno nell’Unione Europea – riporta la Risoluzione – vengono rilasciate nell’ambiente tra le 75.000 e le 300.000 tonnellate di microplastica. Non si tratta solo delle microparticelle intenzionalmente aggiunte, ma anche di quelle generate durante l’uso dei prodotti e dal loro degrado. Al riguardo l’invito del Parlamento Ue è di fissare requisiti nella normativa sui prodotti così da ridurre il rilascio di microplastica alla fonte, in particolare per i tessuti, gli pneumatici, le vernici e i mozziconi di sigaretta.